SONIC YOUTH  "Sonic nurse"
   (2004 )

In un periodo di “vacche magre” per il rock, ha senso prendere di mira i Sonic Youth, le “vacche sacre” della religione noise? I dubbi aumentano di fronte a questo loro 19° album, non dissimile dagli ultimi tre dischi per la Geffen. Qualcuno va in giro a dire che da quando hanno rubato loro gli strumenti (un fattaccio dell’estate ’99), Kim Gordon, Thurston Moore e compagni scrivono le stesse cose, caduti in un vortice simile a quello dei Grateful Dead. In 'Sonic Nurse' vanno a memoria, senza mai riuscire a penetrare oltre l’epidermide dell’ascoltatore. Nessun brivido per le intricate parti di chitarra, la voce disgustata e fragile di Kim, le invenzioni dissonanti di Thurston, le sovrapposizioni di Lee Ranaldo e il battito insistente di Steve Shelley. La produzione di Jim O’Rourke è immacolata e classica (rock fine anni ’70 alla Led Zeppelin, registrato con gusto hardcore). C’è posto per l’ironia (un brano citava Mariah Carey ma poi il riferimento è stato tolto) e per la critica sociale (“Peace Attack” parla della guerra in Iraq), ma tutto ha il sapore di “già sentito”. E risparmiando i 20 euro di 'Sonic Nurse', si possono comprare 'Sister' (’87) e 'Dirty' (’92). (Giulio Brusati)