

			
MORA & BRONSKI  "50/50"
   (2018 )
		
			 Evidentemente, il blues è un genere che appassiona parecchi artisti, al di fuori del combo principale: famoso il caso dei Pink Floyd che lo suonavano, spesso,  nelle private-sessions.  Dalle nostre parti,  metà dell’equipaggio della collaudatissima astronave de I RIO  si sgancia, per la terza volta, per proseguire il viaggio extraconiugale nelle galassie del blues e del country-folk.  Conosco la voce di Fabio Mora dai tempi dei Pontellos (paragonati ai Living Colour italiani), passando attraverso la prog-band dei Mangala Vallis per poi stabilizzarsi con I RIO; mentre Fabio “Bronski” Ferraboschi l’ho potuto apprezzare, personalmente, come talentuoso fonico, bassista e richiestissimo music-maker.  “50/50” è una decisa puntualizzazione dei lavori precedenti, arricchendo l’impalcatura con calibrate zeppe d’elettronica per non lasciar dubbi sull’impronta, rilevante e personale, coniata nei 16 pezzi del disco, a cominciare dal singolo “Spaghetti blues”, dalle venature orientaleggianti e carattere mantrico, che ne  costituisce la sua forza magnetica, come la successiva “Pistol packin mama”, stavolta in inglese. Poi, affondano  radici folk-blues in “Fat man” con veracità ed echi di lande Louisiane; in “Carezze all’ossigeno” sfavillano invece armonica e corde in libero arbitrio con piccole tentazioni Rap.  Dopo l’apprezzabile cover  “No potho reposare” (centenario inno sardo composto  da Giuseppe Rachel)  si torna all’opulenta tessitura d’armonica in primo piano e le chitarre a dondolare ludicamente. Fabio Mora si cimenta anche in francese  con lo spigliato country-blues di “The backdoor”, e quando arriva “Appuntamento al buio” i fans andranno in… del-I-RIO, per l’evidente richiamo alla loro “Gioia nel cuore”.  Il grande pregio del duo è quello di assemblare i contenuti con sapiente equilibrio, senza mai tracimare in grassi inutili come “Jolie Louise”, delicata e solare che contagia l’ascoltatore a schioccare le dita.  Mentre, invece, “This train is bound for glory” non abbonda di parole ma, con venticello western-style, sa attecchire con gusto col minimo sindacale. Al termine del viaggio, “Vudumanti” fa riunire tutti intorno al falò, intonando cori in mistica contemplazione.  Di certo, Mora & Bronski non si fermeranno qui ma sapranno a(ma)bilmente esplorare nuovi e brillanti percorsi, con intensità e freschezza lavorativa, in quanto le tracce di “50/50” sono 16 gocce di puro… coll-I-RIO per le orecchie. (Max Casali)
Evidentemente, il blues è un genere che appassiona parecchi artisti, al di fuori del combo principale: famoso il caso dei Pink Floyd che lo suonavano, spesso,  nelle private-sessions.  Dalle nostre parti,  metà dell’equipaggio della collaudatissima astronave de I RIO  si sgancia, per la terza volta, per proseguire il viaggio extraconiugale nelle galassie del blues e del country-folk.  Conosco la voce di Fabio Mora dai tempi dei Pontellos (paragonati ai Living Colour italiani), passando attraverso la prog-band dei Mangala Vallis per poi stabilizzarsi con I RIO; mentre Fabio “Bronski” Ferraboschi l’ho potuto apprezzare, personalmente, come talentuoso fonico, bassista e richiestissimo music-maker.  “50/50” è una decisa puntualizzazione dei lavori precedenti, arricchendo l’impalcatura con calibrate zeppe d’elettronica per non lasciar dubbi sull’impronta, rilevante e personale, coniata nei 16 pezzi del disco, a cominciare dal singolo “Spaghetti blues”, dalle venature orientaleggianti e carattere mantrico, che ne  costituisce la sua forza magnetica, come la successiva “Pistol packin mama”, stavolta in inglese. Poi, affondano  radici folk-blues in “Fat man” con veracità ed echi di lande Louisiane; in “Carezze all’ossigeno” sfavillano invece armonica e corde in libero arbitrio con piccole tentazioni Rap.  Dopo l’apprezzabile cover  “No potho reposare” (centenario inno sardo composto  da Giuseppe Rachel)  si torna all’opulenta tessitura d’armonica in primo piano e le chitarre a dondolare ludicamente. Fabio Mora si cimenta anche in francese  con lo spigliato country-blues di “The backdoor”, e quando arriva “Appuntamento al buio” i fans andranno in… del-I-RIO, per l’evidente richiamo alla loro “Gioia nel cuore”.  Il grande pregio del duo è quello di assemblare i contenuti con sapiente equilibrio, senza mai tracimare in grassi inutili come “Jolie Louise”, delicata e solare che contagia l’ascoltatore a schioccare le dita.  Mentre, invece, “This train is bound for glory” non abbonda di parole ma, con venticello western-style, sa attecchire con gusto col minimo sindacale. Al termine del viaggio, “Vudumanti” fa riunire tutti intorno al falò, intonando cori in mistica contemplazione.  Di certo, Mora & Bronski non si fermeranno qui ma sapranno a(ma)bilmente esplorare nuovi e brillanti percorsi, con intensità e freschezza lavorativa, in quanto le tracce di “50/50” sono 16 gocce di puro… coll-I-RIO per le orecchie. (Max Casali)