

			
ROSGOS  "Canzoni nella notte"
   (2018 )
		
			 ''Canzoni nella notte'' dei RosGos è, in realtà, una sorta di primo album solista di Maurizio Vaiani, già in passato cantante dei Jenny’s Joke. Dieci pezzi tra il rock e la canzone d’autore, che cercano di coniugare il classico pianoforte con tante chitarre e qualche spruzzata di elettronica. Nei brani, tutti scritti da Vaiani, vi è l’amore in tutte le sue forme, dalla dichiarazione di “Ovunque sei” alle tensioni emotive di “Viaggiarti il cuore”, dai momenti di gioia come “Scintille” e “Riccioli” agli addii strazianti di “Resta qui” e, appunto, “L’addio”. E se i testi sono molto interessanti nel descrivere la gamma di emozioni che la vita ci propone - soprattutto in un pezzo più “alto” come “Parole” che tratta di Alzheimer (“Parole come pietre preziose”) - i giri melodici delle canzoni sono spesso ripetitivi e talvolta banali. Ma la grande libertà espressiva che Vaiani lascia ai suoi musicisti (e si sente), con quelle distorsioni di chitarra e quelle tastiere elettroniche, rendono gli arrangiamenti del disco intriganti e talora emozionanti. Un progetto che forse non aggiungerà nulla di nuovo alla musica d’autore italiana, ma comunque interessante, per un nuovo (cant)autore da tenere d’occhio. (Francesco Arcudi)
''Canzoni nella notte'' dei RosGos è, in realtà, una sorta di primo album solista di Maurizio Vaiani, già in passato cantante dei Jenny’s Joke. Dieci pezzi tra il rock e la canzone d’autore, che cercano di coniugare il classico pianoforte con tante chitarre e qualche spruzzata di elettronica. Nei brani, tutti scritti da Vaiani, vi è l’amore in tutte le sue forme, dalla dichiarazione di “Ovunque sei” alle tensioni emotive di “Viaggiarti il cuore”, dai momenti di gioia come “Scintille” e “Riccioli” agli addii strazianti di “Resta qui” e, appunto, “L’addio”. E se i testi sono molto interessanti nel descrivere la gamma di emozioni che la vita ci propone - soprattutto in un pezzo più “alto” come “Parole” che tratta di Alzheimer (“Parole come pietre preziose”) - i giri melodici delle canzoni sono spesso ripetitivi e talvolta banali. Ma la grande libertà espressiva che Vaiani lascia ai suoi musicisti (e si sente), con quelle distorsioni di chitarra e quelle tastiere elettroniche, rendono gli arrangiamenti del disco intriganti e talora emozionanti. Un progetto che forse non aggiungerà nulla di nuovo alla musica d’autore italiana, ma comunque interessante, per un nuovo (cant)autore da tenere d’occhio. (Francesco Arcudi)