ULRICH TROYER  "Dolomite dub"
   (2019 )

Ulrich Troyer è un membro della Vegetable Orchestra, il complesso austriaco che suona con la verdura, recentemente affrontata ''qui''. Da essa, Troyer richiama due membri, Susanna Gartmeyer e Jürgen Berlakovich, rispettivamente al clarinetto contralto ed al basso elettrico, per realizzare un album che sublima un fascino che aveva sin da bambino: quello per le Dolomiti. Ai tre si aggiunge Didi Kern a percussioni e batteria, personaggio che avevamo incontrato assieme a Philipp Quehenberger ''qui'' in versione più muscolare. Didi è già stato collaboratore di Ulrich nell’EP “Deadlock Versions”, e con gli altri torna per far nascere “Dolomite Dub”, un viaggio di circa 40 minuti (appena uscito per 4Bit Productions), composto da 4 parti da 10 minuti circa. Se nell’EP nominato prima, e nel precedente “Songs for Williams”, la dub si riconosceva, richiamando direttamente lo stile giamaicano, stavolta le carte si mescolano. Il basso pulsante c’è, ma non quel costante lento battito. E’ una dub sui generis che sfocia nell’ambient. Si basa sulle percezioni di Troyer, recepite durante un’escursione alpina, dalle quali si fa guidare per creare prolungati fondi sonori statici, vivacizzati dalle percussioni di Kern e da rumori che assumono il ruolo di simulacri d’oggetti: scarponi, porte ed altri suoni legnosi. Il clarinetto di Gartmeyer interviene, talvolta eseguendo ripetuti incisi melodici, coi quali il basso di Berlakovich dialoga, a volte prende una propria strada di lunghe note gravi e con molto eco (“Part III”). Il basso elettrico invece si cimenta in un loop, oppure inizia a sommarsi al basso elettronico generato da Troyer (“Part II”). Si crea così uno spazio vuoto, dove far riecheggiare in certi momenti il rullante, come nella trip hop. Questa personale visione delle Dolomiti austriache diventa un affresco sonoro molto disteso, dove più che descrivere l’altitudine delle montagne, pare ispirarsi all’aria fresca e rarefatta che solo lì si respira. (Gilberto Ongaro)