THOMAS WILLIAM HILL  "Grains of space"
   (2019 )

Tra new age, contemporanea, neoclassicismo ed una personale concezione di fusion onnicomprensiva si muove “Grains of space”, secondo lavoro su etichetta Village Green Recordings per il compositore e multistrumentista Thomas William Hill, originario di Nottingham e qui maestro di cerimonie di una musica esclusivamente strumentale caratterizzata da un’indole evocativa e suggestiva, a tratti cinematografica nella sua delicata visionarietà.
Scossa e ravvivata di continuo da percussioni, archi, synth, effetti e piccoli disturbi, spazia tra glockenspiel e campane tibetane, note di piano sparse, archi, fiati ed un gusto sopraffino per la ricerca e lo sviluppo laterale di melodie secondarie a fungere da intreccio con le armonie portanti.
I sei minuti di “Furnace” viaggiano su un tappeto di percussioni agitato dalla viola, compagnia spettrale e toccante; “Curvature” si affida a tromba ed arpa, in una costruzione astratta ed impalpabile che richiama il Pat Metheny più etereo.
Tra echi di Matt Howden, un crescendo imponente, monocorde ed assordante rende tesa e memorabile “Refract”, in un gioco che attrae ed inghiotte: dalla straziante mestizia di “Willow” all’inquietante “Flock”, sino alla chiusa sospesa e trasognata dei sette minuti di “Whorl”, quella di Hill è musica senza età e senza tempo, quasi un numero di illusionismo di rara finezza e squisita eleganza. (Manuel Maverna)