SOS SAVE OUR SOULS  "Esse o esse"
   (2019 )

La band bergamasca SOS Save Our Souls è nata nel ’93, e nella sua più che ventennale attività live ha girato l’Italia e diversi concorsi nazionali, come Rock Targato Italia (vinto), e Sanremo Rock (tra gli 8 finalisti). L’album “Esse O Esse”, uscito il 19 giugno 2019, contiene pezzi nuovi ma anche canzoni del repertorio storico, come “Madre”. Il loro è un pop rock riconoscibile, ascrivibile a quello di Ligabue, ma più melodico. “Venere acida” apre le danze, ed è un episodio fatto anche per aprire lo show e riscaldare il pubblico: “Urlo, mi agito, elettro - stimolo per anime assuefatte a noia cronica”. Aumenta il tiro rock con “Non mi fermare”, con ritornello corale, mentre una chitarra acustica compare fra le elettriche, nell’arrangiamento di “E non sai più cosa sei”, che accenna alla dissociazione fra vita reale e vita social, per trarne una conclusione cristiana: “Restare senza un cuore, comunque l’idolo delle vanità di pochi stupidi che cercano la vita, rubano i sogni, ti seguono perché c’è tanta fame d’amore”. Di nuovo un tiro rock per “Ancora vivere”, monito sull’uso del cellulare alla guida: “Dove andiamo? Puoi sentirmi? Sto correndo lo so, solo un messaggio, uno solo, tanto è un attimo”. “Corri Luna” è una dedica alla figlia, che esprime dagli occhi del padre quella tipica gelosia, espressa anche da classici nel tema, come “Morgan de Toi” di Renaud: “Corri Luna piccola bugia, splendi, sorridi, rimani solo mia”. Il fascino della notte è d’ispirazione per “Ancora un’ora”, ma è col pezzo di chiusura “Presidente” che i SOS mostrano i denti, cantando con sarcasmo di un ipotetico presidente acclamato dalla folla che addirittura “lo vuole dittatore”, mentre sale la convinzione che “crescono i più fessi”. “Esse O Esse” ricalca la formula del rock italiano, quello generoso che accontenta un po’ tutti. (Gilberto Ongaro)