GIOSTRE  "Gettoni"
   (2021 )

E’ un carosello di contrasti il primo album di Giostre, band capitanata dal musicista e sound designer Jacopo Gobber, che tutto contempla tranne quello di dare indizi d’orientamento stilistico, poiché “Gettoni” è una ludo-land di otto… Giostre vorticose, tra retro sinthwave, techno e psyco-grungy-rock. Insomma, un disorientamento incline all’affabile ascolto e per nulla inconcludente, schierato con la giusta ironia cantautorale. Le Giostre s’azionano con la techno tribale di “Turandot” come fossimo tra i sottofondi delle macchine a scontro ma, con “Beach in bici”, a scendere sulla dancefloor ci vuole un attimo con synth secchi ma incalzanti ed empatici. Comincia, poi, a delinearsi una denuncia più aspra in “Seguimi”, tesa a massacrare le vacuità del web e la sterilità del vanto che ne consegue. A metà strada, la techno di “Garage band” si fa più oscura e scazzata verso quelle band che s’illudono che, nella loro dozzinale indie-music, ci siano ventate di freschezza e rinnovamento, omettendo la doverosa autoanalisi ed ironia che non guasta mai per valutarsi con obiettività e per non correre il rischio di cadere nel “Buco nero” della presunzione esplicitato, oltremodo, dal feat. di Charlotte Cardinale. Invece, l’ossessiva “In coda alle poste” e l’irrequieta sofferenza trap-pica di “Cassa integrazione” provano (invano) ad esorcizzare l’ingresso nel mondo adulto con i classici rituali di attese, file, iter burocratici, scadenze. D’altronde, siamo in “Piazza Italia” e la tradizione melodica non va dimenticata con il placido e malinconico mood di “Your song” che lambisce le lande Battistiane di “Prendila cosi”. “Gettoni” è un’opera in technicolor, che assorbe le esperienze creative ed artistiche del suo leader, maturate con Disney Italia, Rainbow e Studio Bozzetto per incastonarle negli spartiti di una tracklist vivace, movimentata, orfana di staticità e fremente di esplicitare interessanti perché. Un’onda sperimentale talmente diversa da far presa sulla Cabezon Records che ne cura la pubblicazione. In piedi solo da un biennio, il progetto di Jacopo è candidato a girare e centrifugare stilismi ancora per molto, se non oblierà il suo irrefrenabile talento di volersi distinguere, rinnovando la voglia di fare altri giri sulle Giostre. (Max Casali)