PARAFULMINI  "Incubini (tiny nightmares)"
   (2022 )

Genere musicale dai contorni e dalle origini sfumate, la fusion esprime una confluenza di influssi e tradizioni di diversa matrice riassumibili in due principali macro aree, il rock (termine oceanico), specie per la strumentazione usata, e il jazz (idem). Col passare del tempo l’etichetta, come del resto tutte le altre definizioni di tendenze musicali, è andata incontro ad una serie di evoluzioni e trasformazioni fino ad includere sotto il suo generoso ombrello un numero di band e proposte musicali sempre più ampio e vario, rischiando di perdere ogni specificità. Alla (debole) raison d’étre delle etichette definitorie e alla complessità degli argomenti correlati potrebbe essere dedicato un intero saggio e dunque “non apro quella porta”, limitandomi a ribadire la mia posizione tranchant secondo cui esse trovano il loro principale scopo sul piano meramente pratico, vale a dire “per sistemare (e ritrovare!) i dischi negli scaffali”. Ma soprattutto non sono di alcuna utilità per vivere l’esperienza dell’ascolto e la ricchezza dei caleidoscopi emozionali che la musica, con le sue magie, ci suscita: vale quindi il paragone con la nota metafora della scala di Wittgenstein descritta alla fine del Tractatus* (le sue proposizioni filosofiche vanno intese come una scala che aiuta salire sul tetto – leggasi comprensione - raggiunto il quale si deve abbandonare).

Trio toscano (Pisa, Pistoia, Fucecchio) formato da Marco Bigliazzi – percussioni (autore delle musiche), Filippo Brilli (sax baritono e tenore) e Riccardo Zini (basso elettrico, sax baritono, voce “più o meno” operistica) - i Parafulmini pubblicano questo loro secondo disco (come il primo) dopo 5 anni dal loro esordio con Tenere fuori dalla portata dei bambini (2017) - e il titolo la dice lunga… Dal sito della Lizard Record, lodevole etichetta indipendente con cui hanno pubblicato entrambi, si legge che ''Incubini (Tiny Nighmares)'' “… è la Colonna Sonora Di Un Film Mai Girato: una specie di concept album con La storia di Giangualberto Incubini, seguito di Parrucchieri dall’Ultraspazio – L’incredibile storia del Professor Magnifizio, del precedente “Tenere Fuori Dalla Portata Dei Bambini” (http://www.lizardrecords.it/parafulmini-incubini-tiny-nightmares/).

Inquadrato spesso nell’Alternative rock, direi invece che, considerata la presenza assai rilevante del(i) sax (pressoché unico strumento conduttore delle linee melodiche nonché protagonista del sound, ''Incubini'' (composto da 11 brani, con la partecipazione di Luca Cantasano, basso, synth; Fabrizio Asmagheddon Bondi e Mezz Gacano, chitarre), potrebbe rientrare nel mare magnum della fusion, pur con gli influssi più vari fra cui l’avanguardia, elementi punk, accenni progressive ed altro ancora. Ma non perdiamoci nella lana caprina delle questioni definitorie di cui sopra, inseriamo il disco nel lettore ed immergiamoci nelle miriadi di note spettinate, nelle sue mutevoli atmosfere ironiche e “provocanti”, nelle labirintiche ed imprevedibili trame melodiche: il tutto corredato da un’ottima padronanza tecnica dei musicisti, che non guasta mai. Mi sentirei di darvi un’unica raccomandazione: evitate di prendere il disco sul serio se volete goderne a pieno le potenzialità. (MauroProg)

* Wittgenstein L. (1921), Tractatus logico-philosophicus e Quaderni 1914-1916, tr. it. Einaudi, Torino, 1974.