recensioni dischi
   torna all'elenco


LEE O'NELL BLUES GANG  "This is us"
   (2023 )

Quella dei Lee O’Nell Blues Gang è una storia d’amore e d’amicizia, sentimenti che legano i componenti di questa band francese dedita alla passione per il blues e per tutte le sue inclinazioni e contaminazioni.

Il disco in questione è divertente, perché sembra concepito da qualche parte nel sud degli USA, ma a tratti potrebbe addirittura esser venuto fuori da qualche cantina inglese.

Da sempre, il blues è uno stile, un modo per raccontare storie di gente comune, sesso, malavita. Dalla sua nascita si è sempre mimetizzato dietro a strutture che ne hanno caratterizzato l’esistenza, fino alle sue sfacettature più attuali, passando ovviamente per il rock. Si può senz’altro dire che il blues è rimasto praticamente immune all’incedere del tempo.

Nei Lee O’Nell Blues Gang il contagio è stato possibile grazie all’abilità del chitarrista Lionel Wernert, uno che ha imparato molto sulle possibilità della sei corde, adattando una scrittura palesemente contaminata su di essa e sulla bella e potente voce di Gipsy Bacuet, restituendo all’ascoltatore un suono potente e magnetico, a tratti veicolo di emozionanti viaggi nel passato, quando il blues si stava affermando come fondamenta di tutte le musiche “maledette”. Una dimostrazione di abilità stilistica, una virtù amplificata anche dal fatto che oggi non ci sono molte occasioni per ascoltare musiche simili.

In questo ‘This Is Us’ si passa con molta disinvoltura e schiettezza dal rock’n’roll di ‘On The Road’ e ‘Kiss Me Again’ al boogie di ‘Boogie Woogie Broke Down Love’. Oppure dalla ballata soft di ‘When You Were A Child’ al blues rock sanguigno di ‘Be A Man’.

Se l’approccio di chi ascolta questi suoni è privo di pregiudizi, non si può non apprezzare la calda sensualità della voce della Bacuet, formata al jazz ma che in questa occasione riesce a dare un tocco di classe soul ad una musica notoriamente grezza e violenta. Ma al di là delle capacità dei singoli, è la compattezza della band a colpire, riuscendo ad esprimersi in maniera assolutamente priva di sbavature, tale è l’amalgama dimostrata da questi musicisti che han saputo dare groove ad un suono diventato distinguibile.

Pertanto, anche chi non riesce a comprendere le liriche, può comunque riuscire ad immaginare le storie raccontate seguendo semplicemente i suoni in ogni canzone. Ed oggettivamente questa non è dote posseduta da molti, nemmeno tra chi il blues l’ha inventato. (Mauro Furlan)