recensioni dischi
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SERENA MARCHI  "Voci che resistono al vento"
   (2023 )

“Voci che resistono al vento” è il nuovo lavoro della flautista e compositrice Serena Marchi alla guida del Serenismar Ensemble, formazione multiregionale composta da dieci musicisti e attiva dal 2020 per dar voce, utilizzando le parole dell’artista, alle “voci che i venti del destino non sono riusciti a sopraffare”.

Nel disco, pubblicato al tramonto dell’inverno di quest’anno, Serena Marchi ha saputo legare musica jazz e leggende delle Dolomiti e ha cantato alcune figure femminili legate a questa tradizione. I personaggi di cui si narra in “Voci che resistono al vento” non sono solo benigni, ma anche del mistero, come maghi e streghe, ma a legare concettualmente il tutto è il messaggio culturale trasmesso da queste donne, portatrici di una lezione sull’amore, la vita di montagna e quella in natura, in senso lato.

Il disco si schiude con “Samblana e le Ymèles”, due gemelle incaricate di avvertire gli abitanti delle Alpi quando qualche pericolo incombe: un fase iniziale meditativa e lieve è il preludio a un’accelerazione improvvisa, in cui alcuni assoli precedono aperture orchestrali prima di un nuovo scioglimento.

L’ultimo atto è “Soreguinha”, che unisce influenze anche distanti fra loro: choro e bossa nova ci proiettano in Brasile, la sezione fiati verso Cuba. “Ondina, la vivèna” è uno dei brani più importanti del lotto, fra classicismo e jazz modale, che parla della vivèna del lago di Carezza che ammaliava i viandanti, fra cui un potente mago che cercò di conquistarla anche con l’inganno.

“Voci che resistono al vento” è un bel lavoro in termini compositivi e tecnici, potenzialmente fruibile anche da un pubblico non troppo avvezzo al jazz. (Piergiuseppe Lippolis)