recensioni dischi
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JEMMA  "Jemma"
   (2023 )

I Jemma sono una band romana d’estrazione jazz, nata poco dopo la pandemia e da poco giunta al debutto discografico con un album omonimo.

Le basi di partenza, come detto, sono quelle del jazz, ma l’urgenza di contaminare appare visibile sin dalle prime battute, fino allo sviluppo di una ricercata forma di crossover tra jazz, world, rock e funk che ha conquistato anche l’affermato trombonista Gianluca Petrella, protagonista in “Winding Day”.

I pezzi di “Jemma” sono otto, da “Timelapse” a “Nenia grika”. Nella maggior parte dei casi, si tratta di episodi imprevedibili, cangianti, dalle traiettorie articolate, ma la bellezza della narrazione complessiva sta nella sua capacità di rendere ogni passaggio estremamente fluido, senza forzature e stridori.

Se l’opener si apre su rarefazioni world/jazz, la batteria che suggerisce una brusca virata verso il funk/jazz è assolutamente indovinata, così il dolcissimo incedere di “Kaneloriza” attraversa varie fasi rimanendo sempre credibile.

“Winding Day” è uno degli acuti del disco, con la sua esplorazione spaziale, ma anche “I iriden sa” e “Ossi di sabbia” sono perfette incarnazioni di uno spirito che sa coniugare ricercatezza e divertissement, eleganza e spensieratezza.

“Jemma” è un lavoro che sembra appartenere a band con storie ben più lunghe alle spalle e mostra già un grado di maturità notevolissimo. Si tratta, probabilmente, di una delle più belle opere prime italiane di quest’anno. (Piergiuseppe Lippolis)