recensioni dischi
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ALESSANDRO SGOBBIO  "Piano music 2"
   (2023 )

Un pianoforte, e l'ausilio dell'elettronica “parsimonioso, intelligente e musicale”, come ha dichiarato Paolo Fresu. Questi sono i due elementi coi quali il pianista e compositore Alessandro Sgobbio ha dato vita a “Piano Music 2”, uscito per AMP Music Records.

Leggo che è stato registrato a luglio 2020, gennaio 2021 e settembre 2022. Si è preso il suo tempo, Sgobbio, e si sente la cura nella produzione, negli studi Artesuono di Udine. I nove brani uniscono note meditative di pianoforte, a effetti di loop, di pitch che fanno scivolare i suoni verso l'alto e il basso, di rumori bianchi, riverberi, frammentazioni granulari. Tutti gli elementi svolgono una funzione, come dire, narrativa, oltre che espressiva. Fanno percepire che un evento stia accadendo, che si sviluppi nel tempo. Sono composizioni aperte, senza ritornelli, che mostrano una personale visione dell'esistenza.

Alcuni dei brani sono dedicati a persone, come “Keys and returns”, alla giornalista Shireen Abu Akleh, mentre i due “Asker” (sottotitoli “Light” e “Trees”) si rivolgono al mentore di Sgobbio, il compositore e pianista Misha Alperin. Alcuni brani sono lunghi e immersivi, come “Modular circles” (7'20”), mentre altri sono piccole ciliege, come “Îlot chalon” (1'26”). Particolarissimo il brano di chiusura, “Einhausung”, che nel suo minuto di durata, ci fa ascoltare di suoni leggermente scordati (detuned), che però invece di suonare “stonati”, creano una sotterranea e piacevole vibrazione interiore.

È fondamentale per la composizione, ma anche per l'ascolto, un approccio spirituale, come quello da adottare lungo i cammini in solitaria. I suoni cullano, e possono aprire pagine non lette di sé. (Gilberto Ongaro)