recensioni dischi
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PHORMINX  "Phorminx"
   (2024 )

La phorminx era un particolare tipo di cetra greca, fra i primi strumenti a corda da noi conosciuti. Phorminx è, però, anche il nome del progetto di ricerca musicale fondato dal chitarrista e compositore Ruggero Fornari, con l’obiettivo di esplorare il modo nel quale il suono riesce a occupare spazio e tempo.

Il punto di partenza è la chitarra elettrica: dalla vibrazione “primigenia” della corda alle più lontane astrazioni, passando per timbriche lontane da quelle canoniche dello strumento, ma non necessariamente in quest’ordine. La grande sfida di “Phorminx” è provare a oltrepassare il limite che separa il suono della corda, intesa come espressione di uno strumento, dalla corda che produce un suono puro, non riconducibile a nulla.

I compagni di viaggio sono Alessandro Cianferoni al basso elettrico e Lorenzo Brilli alla batteria, già attivi in diversi altri progetti, i pezzi sono sette, ma gli approdi non sono mai troppo simili fra loro: “Forsaken Garden” lambisce territori jazz, ma nelle sue sfumature più free e progressive, mentre più avanti si assiste a un autentico profluvio di riverberi, echi e stratificazioni in “Ghost Spell”, idealmente collocato in zona post rock, e alle evoluzioni senza soluzione di continuità lungo il percorso di “Discordant Tendency”.

“Phorminx” riesce perfettamente nel suo intento: esplorare, costruire, decostruire, astrarre, sempre con la stessa credibilità anche nei passaggi più ostici e conservando coerenza anche nelle traiettorie meno probabili, confermando la grande qualità di Ruggero Fornari e dei suoi collaboratori. (Piergiuseppe Lippolis)