recensioni dischi
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QUEENS OF THE STONE AGE  "Songs for the deaf"
   (2002 )

Parliamoci chiaramente: siamo di fronte ad uno dei più grandi capolavori nella storia del rock moderno. Perché questo disco è di una potenza e di una fattura straordinarie, che si raggiungono raramente. Sicuramente la collaborazione di vari artisti di massimo livello (del calibro di Dave Grohl per citare il più famoso) attorno a Josh Homme (ex Kyuss) e Nick Oliveri, ha dato dei frutti eccellenti. L’apertura è lanciatissima, con l’iniziale “You think I ain’t worth a dollar, but I feel like a millionaire” e le chitarre distorte che dilagano. Segue poi la celebre “No one knows”, dalla ritmica infaticabile, e una successione di altre, tutte al posto giusto, che rendono il tutto molto forte e compatto. Ci sono canzoni da pelle d’oca, come “God is in the radio”, altre più pop come “Go with the flow”, e non manca nemmeno una stupenda canzone acustica alla fine (a dire il vero inserita come bonus track), ovvero “Mosquito Song”. Particolari anche le quasi omonime “Song for the dead”, dove per esempio le parti di batteria raggiungono livelli elevatissimi, e “Song for the deaf”, dai toni più cupi e sfumati. In realtà lo stile inconfondibile, soprattutto impronta del frontman Josh Homme, emerge in una mistura di rock sporco, grezzo e penetrante che va oltre le singole canzoni e rende ogni singola parte di questo disco veramente bella, perché rappresenta l’essenza del rock stesso, interpretata da grandi musicisti. Un disco da avere. (Federico Pozzoni)