recensioni dischi
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FILIPPO SALA  "Rifugi"
   (2024 )

“Rifugi” è l’opera prima di Filippo Sala, giovane batterista bergamasco e fulcro di un progetto artistico che lo vede accompagnato da Enrico Terragnoli (chitarra elettrica, podofono e philicorda) e Danilo Gallo (contrabbasso, basso elettrico, flauto, radio, oggettistica).

Il disco, per il quale Sala ha suonato anche lo zither elettrico (una specie di arpa) comprende nove brani per quasi cinquanta minuti di durata ed è interamente strumentale, con un sound che si muove in una zona grigia tra jazz e post rock, spesso rifuggendo in maniera ostinata qualsivoglia tipo di classificazione.

La proposta elaborata da Sala, Terragnoli e Gallo è fluida e psichedelica, approda in territori space e attinge molto da un immaginario onirico, evocativo e a tratti cinematografico, alternando momenti rarefatti a passaggi più corposi e intensi, seguendo sempre un certo gusto improvvisativo che non è mai smaccato, ma che si inserisce abilmente in quella che sembra essere una narrazione più ampia e complessiva.

Tra i brani migliori c’è “Danzar senza pretese”, che deflagra trascinata dalla batteria e accelera dopo la sospensione generale dei primi minuti, insieme con “Keef”, con qualche vaga apertura latineggiante fra le pieghe psichedeliche, e “Comici”, più obliquo e in grado di giocare sapientemente con le dissonanze.

“Rifugi” è un prodotto già autentico e maturo, in grado di risultare convincente già dopo pochi minuti. La sensazione è che Sala e i suoi compagni di viaggio possano ambire a diventare nomi caldi del jazz e del post rock italiano. (Piergiuseppe Lippolis)