recensioni dischi
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CHAOS SHRINE  "Mirror division"
   (2024 )

Paul Beauchamp e Andrea Cauduro, uniti, diventano i Chaos Shrine. Il reliquiario del caos ci presenta “Mirror Division”, uscito per Erototox Decodings, che, ad ascoltarlo così, senza istruzioni, appare come una sequenza di improvvisazioni ambient, immerse in una oscura ragnatela noise. E in effetti è così, e potremmo chiuderla qui.

Ma leggendo la spiegazione, si va oltre. L'ispirazione da cui parte il progetto (e che di conseguenza dà origine a queste scelte sonore), è il “chaos magick”, che è praticamente un movimento “religioso” esoterico sviluppatasi negli anni '70. Ho scritto religioso tra virgolette perché, al contrario delle religioni propriamente dette, il caos magico non prevede una precisa disciplina, né dogmi predeterminati. Anzi, la sua essenza inverte proprio il concetto di sacerdote e adepti: ognuno è invitato a diventare il proprio maestro, approfondendo le proprie doti occulte, e creando il proprio sistema di credenze.

È tipico dello spirito postmodernista, questo rifiuto di vangeli precostituiti, favorito dalla crisi delle grandi narrazioni, sia religiose, che politiche. Da qui deriva il sincretismo arbitrario, e la tendenza sciamanica dei “seguaci” (che poi sono seguaci di sé stessi). Per questo, il caos magico tende a valorizzare le capacità personali di esplorazione mistica, e ognuno è chiamato a decidere le proprie regole, in base ai risultati delle sperimentazioni. Come si traduce questo in musica?

Succede che Beauchamp e Cauduro creino autonomamente i propri rituali sonori, e che ognuno arricchisca il materiale dell'altro, anche senza che essi si diano indicazioni verbali. Il risultato è ciò che ascoltiamo: un'elettronica minacciosa, tendente all'industrial, con riverberi, distorsioni e suoni oscuri, con l'estetica usuale di chi manifesta fascino per l'occulto. Infatti, i titoli dei brani sono nomi di demoni: “Scox”, “Haborym”, “Camio”, “Vapula”, “Malphas” e “Allocer”.

La dualità è il concetto da cui si ispirano, come suggerisce il titolo dell'album, e anche l'immagine di copertina risulta una frequenza audio specchiata. Forse, per decifrare completamente intricate tessiture sonore, bisognerà essere iniziati, diventare maghi caotici; per i babbani ordinati invece, risulterà semplicemente un disco dark ambient, con elementi noise! (Gilberto Ongaro)