recensioni dischi
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ANGLES & ELLE-KARI WITH STRINGS  "The death of kalypso"
   (2024 )

Dopo aver realizzato ben undici composizioni con ensemble di varie dimensioni, l’artista svedese Martin Küchen è tornato (per Thanatosis Produktion) con “The Death of Kalypso”, uno dei suoi lavori più ambiziosi.

Il disco è stato realizzato in compagnia degli Angles, ovvero il suo ottetto, ma anche insieme ad Elle-Kari Sander, polistrumentista connazionale di Küchen, e il quartetto Strings, con Anna ed Eva Lindal, My Hellgren e Brusk Zanganeh agli archi.

Il disco nasce dal forte desiderio di Küchen di produrre musica con Sander e un quartetto d’archi, ma anche da una lunga gestazione, con Alex Zethson protagonista pure in fase di arrangiamento e produzione.

“The Death of Kalypso” trova ispirazione nella ninfa Calipso e, in generale, nella mitologia, affrontando diversi temi e collocandosi idealmente in diverse epoche storiche, riuscendo a conservare comunque una certa coerenza nel macrotema della guerra e di una non banale ammonimento a coglierne i segnali prima che essa deflagri.

Musicalmente, il disco rimane ben saldo in orbita jazz, seppur nelle sue declinazioni più “free”, ma accoglie atmosfere teatrali, una corposa dose di emotività e, soprattutto, si distingue per i suoi approdi mai troppo prevedibili. Si parte da “Messieurs-dames (Stuck in the Arching Caverns of Hermes’ Court)” e si conclude con la titletrack, un’ora dopo, suggerendo in diversi momenti di avere a che fare con un’autentica jazz opera per l’eleganza e la ricercatezza delle sue strutture.

In “The Death of Kalypso” tutte le intuizioni di Martin Küchen si concretizzano anche grazie alla perizia tecnica di tutti gli artisti coinvolti. Al netto di qualche barocchismo, siamo in presenza di un disco di grande qualità. (Piergiuseppe Lippolis)