recensioni dischi
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L'OMBRA  "Soli"
   (2024 )

A cinque anni dal debutto discografico, riecco L’Ombra, quartetto italo-francese composto da Pierre Chamot, Paul Virton-Lavorel, Antoine Judet, capitanato da quest'ultimo e, soprattutto, da Giulia Romanelli, musicista originaria di Mondovì (Piemonte) e francese d’adozione per i suoi studi accademici.

Il nuovo disco si intitola “Soli” e appare, sin dalle prime battute, figlio del desiderio di percorrere strade meno semplici e immediate rispetto al passato, approdando in territori decisamente più progressive, nonostante le pulsioni post- e una strumentazione classica, in un certo senso essenziale, con chitarra, batteria e basso fretless.

Per coniugare al meglio tutte le sensazioni offerte da “Soli”, nei suoi ricami atmosferici e nell’incessante contrasto fra tonalità chiare e scure, L’Ombra, in particolare nella figura di Giulia Romanelli, sceglie di alternare cantato in italiano e in francese senza rinunciare a naturalezza e organicità, a partire dalle traiettorie imprevedibili di “Soli I”, con le sue note post rock, per arrivare fino a “Pas à Pas”, in cui si apprezza, una volta di più, il perfetto connubio tra la voce e il sound.

L’equilibrio tra prog e post rock è uno dei principali punti di forza del disco: senza rinunciare a soluzioni compositive ricercate, L’Ombra riesce anche a offrire una certa fruibilità, trovando in “Amigdala” e “Maman” due fra le più belle espressioni di “Soli”.

Convince il ritorno del trio italo-francese: un lavoro ispirato e tecnicamente ben fatto, in grado di aprire prospettive interessanti anche per il futuro. (Piergiuseppe Lippolis)