recensioni dischi
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AIR  "Moon safari"
   (1998 )

Da “Moon Safari” passa la storia della musica contemporanea. Un disco che assume il ruolo di crocevia delle influenze musicali più disparate. In particolare, si tratta di un mirabile esempio di pop contaminato, di elettronica vivida e di canzoni lunari, appunto. Gli Air sono gli architetti del rock, capaci di costruire paesaggi sonori di rara pregevolezza, ricchi di influenze e difficili da collocare stabilmente in un contesto. Troviamo così una serie di brani tra i più variegati del periodo. I due musicisti ricreano a regola d’arte ogni possibile atmosfera sonora, ma senza risultare enciclopedici e riuscendo a dare il loro tocco personale a tutto ciò che “prendono in prestito”. Un aspetto da non tralasciare in un lavoro come questo è il coinvolgimento emotivo che questi 10 brani sanno suscitare, difficilmente la musica elettronica ha saputo essere così umana, tanto da lasciare ammaliati dopo l’ascolto. Gli Air si presentano con “La Femme D'Argent”, un capolavoro di rara bellezza, un viaggio ipnotico nei meandri del subconscio. Un brano capace di rinverdire i fasti psichedelici dei Pink Floyd, pur presentandosi con sonorità ed approccio pressoché opposti. L’intreccio tra pianoforte e turbinii elettronici è qualcosa di splendido; il tutto realizzato con una spontaneità ed una compostezza disarmanti. “Talisman” arricchisce ulteriormente la componente straniante del disco con una ritmica leggera ma serrata, a sostegno di una folgorante sinfonia per archi e sintetizzatori. L’atmosfera cambia totalmente in “Sexy Boy”, ipnotico trip da discoteca. Gli umori si fanno qui ibridi, fondendo suoni spigolosi ed una sensualità quasi candida. “Kelly Watch The Stars” segue le stesse direttive, con vago sentore di house e techno. Le eco si sovrappongono in un estasi sonora. Ancora più evidenti i richiami alla musica da discoteca si trovano in “Remember”, in cui le voci filtrate si uniscono ad un carillon fatato, arricchito da archi maestosi. Parlando di pop contaminato, non si può prescindere da “All I Need”. Miele per le orecchie, una melodia tanto semplice quanto perfetta, accompagnata da effetti digitali ipnotici e da qualche nota delicata di piano. Altro esempio mirabile di pop è “You Make It Easy”, questa volta con richiami dream ed un equilibrio sorprendente. Le atmosfere si fanno vespertine, suggestive. Ai loro massimi livelli, gli Air sanno dare vita a ninne nanne tenui come “Ce Matin La”, capaci di ipnotizzare in pochi minuti. “New Star In The Sky” è una sorta di anestesia che ci catapulta in un mondo evanescente, una ballata notturna al neon. La raffinatezza di suoni non dà alle canzoni un tono distaccato. Anzi, ogni brano coinvolge ed emoziona. Il disco si chiude con la serenata sintetica per sax di “Le Voyage De Penelope”, ricca di intensità e carisma. Qui la musica analogica fa uno sbalzo nel tempo, riportandoci in un vecchio pub fumoso. “Moon Safari” è un capolavoro, un disco piacevole all’ascolto ed estremamente ampio. La musica elettronica più sognante dona nuova linfa vitale a certe correnti ormai quasi del tutto spente come il rock psichedelico; ma non solo, qui troviamo una rivisitazione della musica da discoteca in chiave pop, arricchita da suggestioni orchestrali e da un gusto per le commistioni che si dimostra sempre pertinente e ben strutturato. Un disco fondamentale per la musica pop contemporanea. (Fabio Busi)