recensioni dischi
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SARA ROTUNNO  "Inward songs"
   (2025 )

Uscito per Emme Record Label, “Inward Songs” ci fa ascoltare otto brani, di cui cinque originali e tre standard jazz, cantati da Sara Rotunno e suonati al pianoforte da Francesco Schepisi. Compare come ospite Enzo Bacco al sax soprano e tenore in “Black Narcissus” e “Milonga Gris”; in quest'ultima possiamo apprezzare diverse parti cantate e suonate all'unisono con maestria.

Le ampie melodie consentono di ascoltare diverse sfumature della voce di Rotunno. L'atmosfera in duo è intima, come nelle atmosfere di seta in cui siamo immersi in “Nostalgia”, sia per le progressioni armoniche che per il timbro vocale. In più occasioni Schepisi crea strutture ritmiche incalzanti, come per “Ode to the moon”, o per il brano “Kathy”, in 5/4. In “Raindrops Serenade” i ritmi sincopati mantengono alta l'attenzione, e Rotunno si cimenta anche nello scat.

“May” chiude l'album con un ritmo swing, che si intuisce anche in assenza di batteria. Qui l'abilità vocale di Sara Rotunno stupisce e al contempo mi è familiare, mi sembra di averla già sentita. Continuo a leggere le informazioni nel comunicato stampa e scopro perché: partecipa al Duni Choir Jazz di Mario Rosini, uno straordinario coro jazz che abbiamo incontrato in queste pagine: https://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9750. Direi che questo basti come certificato di bravura. Provate ad ascoltare “Four brothers” (https://www.youtube.com/watch?v=wPl6318EtE8): è assolutamente INCANTABILE! E loro ci riescono.

Tornando a “May”, il brano di chiusura dell'album: senz'altro è uno di quelli che più resta impresso, perché sottolinea il virtuosismo della voce di lei, e la capacità di lui di far percepire anche strumenti che non ci sono, come contrabbasso e batteria, dato il senso di ritmo ben sviluppato. (Gilberto Ongaro)