recensioni dischi
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AIR  "Premiers symptomes"
   (1999 )

Dopo un disco grandioso come “Moon Safari”, un esordio già maturo e proteso verso il futuro, è quasi naturale voler andare a scavare nella storia degli Air, ricercando le origini di un suono così definito ed inconfondibile, seppur ampio e seminale. Ci pensa “Premiers Symptomes” a chiarirci le idee, con una raccolta dei primi singoli del duo francese ed alcuni brani nuovi. L’obbiettivo è raggiunto, grazie ad una serie di ottimi brani che ben illustrano le capacità di Dunckel e Godin nel creare atmosfere sognanti, impregnate di visionarietà quanto di gradevolezza e semplicità. Troviamo così strepitosi frammenti di passato rivisitati in chiave futurista come “Casanova 70”, una sonata free jazz impressionista, filtrata da brusii e suggestioni post moderne, con momenti di puro virtuosismo. “Modular Mix” è jazz dronico in cui pacatezza ed elettronica acida collidono e danno vita ad un trip psichedelico, archetipo di alcuni brani del disco d’esordio quali “La Femme D'Argent” e “Talisman”. “Les Professionels” rincara la dose con eco distorte e rumorismo; presentandosi in una forma strutturale ancora più libera degli altri due brani. “J'ai Dormi Sous L'eau” suona invece come il paradigma per i futuri prodigi pop; dolce sentire è quello che accompagna i brani degli Air, in questo disco ancora più vellutati e fugaci del solito. Ogni cosa è al suo posto, le scariche acide, gli arpeggi dolci, le perturbazioni elettroniche, il canto effettato. Veramente ottima. “Le Soleil Est Pres De Moi” si distende morbida su tappeti algidi, in un equilibrio quasi miracoloso. Uno dei pochi brani cantati e ci spieghiamo anche il perché; la voce filtrata si staglia perfettamente nel panorama sonoro disorientante, in cui dominano i riverberi e le tastiere suadenti. “Californie” e “Brakes On” non dispiacciono, caratterizzati da pungenti suoni funk e house. Tuttavia non hanno la grandiosità degli altri pezzi né la loro profonda unicità. “Premiers Symptomes” è quindi un disco fondamentale per comprendere appieno lo stile degli Air; i brani di questo disco sono radicali e spiazzanti. Non hanno l’universalità e l’ampiezza di quelli dell’esordio, essendo meno amplificati dal forte gusto melodico caratteristico di “Moon Safari” e tralasciando parzialmente alcune influenze più attuali, ma restano una testimonianza fondamentale della grandezza degli Air. (Fabio Busi)