ILARIA PILAR PATASSINI "Canto Conte"
(2025 )
Ilaria Pilar Patassini (spesso chiamata nel mondo della musica solo con il nome Pilar) è un’interprete vocale e cantautrice romana con un alto livello di preparazione accademica, nel cui repertorio convergono la canzone d’autore, la musica da camera, il jazz, la “world music”, la canzone da teatro e tant’altro.
Il suo album “Canto Conte” è uscito il 28 marzo di quest’anno sotto l’etichetta Parco della Musica Records, con la produzione della Fondazione Musica per Roma e in collaborazione con il Centro Adriatico Produzione Musica, ed è stato per la prima volta presentato in uno spettacolare live presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Già il titolo scelto per il disco – formato da due parole di lunghezza uguale, in cui le consonanti sono le stesse, disposte nel medesimo ordine, e solo le vocali cambiano – sembra cantato, un’allitterazione danzante, soft e leggermente ironica, che anticipa le caratteristiche dell’atmosfera musicale in cui andremo a immergerci ascoltando le diciotto tracce proposte.
La voce di Ilaria Pilar Patassini, coerentemente completata dalla raffinata sobrietà della presenza scenica, sorprende il pubblico soprattutto per la sua limpidezza e per l’incontestabile precisione tecnica nell’armonizzarsi con l’accompagnamento strumentale, entrambe frutto dei tanti anni di studi e di esperienza nella pratica della musica vocale.
L’eleganza di Pilar non poteva non incontrare il suo alter ego artistico maschile nel “profumo coloniale e retrò” ma “invariabilmente contemporaneo” – come l’artista stessa lo definisce – delle intramontabili canzoni dell’avvocato di Asti, il grande Paolo Conte. Il suo desiderio, concretizzato in obiettivo pienamente raggiunto nel progetto “Canto Conte”, è stato quello di “poter dare voce e corpo alla parte femminile ed erotica di Conte”.
Le diciotto cover omaggio passano in rivista la complessità di pensieri e sensazioni presente nell’universo musicale contiano, dal lontano 1968 – anno di uscita dell’ormai internazionale canzone “Azzurro” scritta per Adriano Celentano – fino alla molto recente “Snob” del 2014. Mezzo secolo di canzoni che hanno lasciato il segno nella storia della musica italiana – tra le quali anche “Via con me”, “Messico e nuvole”, “Dancing”, “Elisir” – vengono accuratamente interpretate da Pilar affiancata dalle brillanti sonorità degli archi che compongono la Medit Orchestra, sotto la direzione e con i fedeli e al contempo originali arrangiamenti strumentali di Angelo Valori.
In collaborazione con la stessa Pilar, il maestro Valori ha creato per i brani di Paolo Conte una veste strumentale nuova, ma che rispettosamente segue quella originale. Praticamente i suoni, ricchi di colore e sempre diversi da un live all’altro, degli strumenti che accompagnano Paolo Conte (tra cui anche quelli esotici come il kazoo, il vibrafono, la marimba, il bandoneón, varie percussioni ecc.) sono stati sostituiti nella versione Valori-Pilar da un’atmosfera classica, adatta a essere vissuta a teatro, sotto la luce dei “lampi sulle signore ingioiellate”… quasi come per voler dire che l’opera di Paolo Conte merita di rimanere nel firmamento musicale a fianco e al pari dei grandi compositori sinfonici.
Gli unici strumenti solisti, “più contiani”, che si alternano alla voce e grandiosamente la accompagnano, sono il clarinetto e il sassofono di Manuel Trabucco, la fisarmonica di Danilo Di Paolonicola, nonché l’organetto di Alessandro d’Alessandro, special guest che suona in tre delle diciotto tracce e che nel brano “Come mi vuoi” viene affiancato solo dal pianoforte suonato dal maestro Angelo Valori.
Gli arrangiamenti orchestrali ideati e messi in opera da Angelo Valori hanno, secondo quanto affermato da Pilar, “valorizzato ulteriormente le composizioni e fatto emergere ancora di più tutti i non detti di ogni canzone, la potenzialità ancora non espressa”. La verità di ciò viene confermata da tutte le canzoni del progetto “Canto Conte”, ma – opinione personale dell’autrice della presente recensione – è evidente soprattutto nei brani veloci, come “Dancing”, “Architetture lontane”, “Elisir” o il meraviglioso “Gli impermeabili”.
“Gli impermeabili” in questa interpretazione trascina l’ascoltatore con sé nel vortice danzante degli strumenti che eseguono la linea melodica principale, mentre una parte degli archi portano allegramente il ritmo al posto della batteria usata nella versione originale, in perfetta armonia con la voce precisa e flessibile di Pilar.
Non c’è da escludere che, tra tutti i diciotto brani, “Gli impermeabili” si aggiudichi il numero massimo di ascolti sulle piattaforme internet e – ce lo auguriamo di cuore – il maggior numero di bis nelle sale di concerto.
I testi poetici (che il progetto “Canto Conte” mantiene intatti persino nella cadenza e nella punteggiatura) fanno viaggiare l’immaginazione in mondi molto diversi tra loro, dall’intimità di una stanza fino alle distese di mare e di sabbia, e dagli eleganti interni dei teatri cittadini fino all’ambiente in cui si svolge la quotidianità della vita dei pescatori.
Riferendosi alla produzione musicale e poetica di Paolo Conte, Pilar afferma che “dietro le sue composizioni c’è un sogno, una tavolozza di colori dove ognuno trova il proprio pezzettino e può costruirlo come vuole”… come in un puzzle o – osserva Pilar – come nel gioco “unisci i puntini” presente sulla rivista tanto amata da Conte, “La settimana enigmistica”.
La cantautrice romana pensa altresì – e noi ne siamo d’accordo – che in un periodo storico come quello che stiamo attraversando, in cui tutti s’affrettano per via dei vari mezzi di espressione a dire la loro sulla politica e sulla società, le canzoni di Paolo Conte vanno oltre l’attualità e il sociale, “allo step successivo”, dandoci “la medicina al male di oggi”.
Buon ascolto! (Magda Vasilescu)