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JHARY & THE WHITE NOISE  "White noise"
   (2025 )

Jhary & The White Noise sono un trio pisano che propongono un crossover rock davvero divertente! “White Noise”, il loro album, propone nove tracce elettriche che mostrano l'unione di diversi stili. Ad esempio “Fish & Chips” potrei dire che è un “hard funk”, qualcosa che ricorda i Red Hot Chili Peppers, e la voce del bassista/cantante Jhary qui rappa.

Nei brani successivi canta ingrossando la voce e finendo molte parole con la “eah”, un po' come James Hetfield. “Come voi” è il classico pezzo di dichiarazione di diversità dai conformisti: “Ma dimmi come fai a vivere così, no, io non sarò mai come voi”. Sembra una canzone scritta per i Måneskin, con la differenza che qui c'è qualche accordo in più!

Il ritornello addirittura è strutturato su una sequenza di quarta eccedente (il tritono, il famoso diabolus in musica). Nel ponte della canzone, la chitarra diventa pulita e sembra accennare a un ritmo latino, ma la batteria invece non lo segue per fare una bossa nova: toglie la cordiera al rullante per ottenere il suono più tribale e inizia a fare un assolo, per poi ripartire tutti più granitici col ritorno della distorsione di chitarra e della cordiera sul rullante.

“Buffet” è uno shuffle rock, mentre “Sabbia negli occhi” ha un sound nu metal. Insomma, non ci si annoia mai. “Muoviti” ha un testo originale, ma il ritornello è un chiaro omaggio a “Muoviti muoviti” di Jovanotti. La musica parte come un semplice rock'n'roll, poi si passa in poco tempo allo ska, al reggae e al valzer!

A proposito di Jovanotti, si sente l'influenza di un elemento della musica di Cherubini; non tanto i testi solari e la devastazione delle spiagge... quanto il basso di Saturnino! Jhary non si accontenta di suonare le note fondamentali (impropriamente chiamate “toniche”) ma crea controcanti con lo strumento.

La costante qui è la varietà. La strofa di “Pazzo” è un cadenzato 6/8 dalle armonie gotiche à la film di Tim Burton, con tanto di glockenspiel che rinforza i passaggi in armonia diminuita. Poi sullo stesso tempo, il ritornello cambia il ritmo, spostando gli accenti in modo che diventi uno shuffle rock più spedito.

“Mai” comincia con dei tenui arpeggi di chitarra, facendo pensare che questo sarà il lento del disco. Invece poi si riparte col suono pieno, prendendo in giro chi vive di apparenze sui social presumendo di suscitare invidia sociale, quando a Jhary gli è del tutto indifferente. “Journey” è l'ultimo pezzo scatenato che termina a sorpresa in 7/8.

Segue una “Outro” di saluti bighelloni, rivolti al pubblico. Per i più giovani alternativi, Jhary & The White Noise possono essere un bel gruppo da seguire al posto delle proposte di plastica industrializzata. E i meno giovani alternativi tirano un sospiro di sollievo, trovandosi a casa con queste sonorità mescolate che tanto caratterizzavano la musica di fine anni '90 primi '00. Puddle Of Mudd, P.O.D., i già citati RHCP, con l'aggiunta che i testi sono in italiano. Spero che nel prossimo album gli argomenti dei testi si sviluppino un po' di più, andando oltre il semplice rimarcare di essere anticonformisti. Ma è già un buon inizio! (Gilberto Ongaro)