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AMMAR 808  "Club Tounsi"
   (2025 )

Quando una musica viene proibita, si sa, viene più voglia di cercarla. Negli anni '50, in Tunisia si verificarono migrazioni dalle campagne alla città di Tunisi, di gente in cerca di lavoro. Queste persone venivano ghettizzate e discriminate. Nelle loro comunità svilupparono la musica mezwed, di cui fu proibita la diffusione nelle radio tunisine. È una storia vecchia: oggi la musica mezwed è usatissima nei matrimoni, è simbolo di appartenenza nazionale.

A quanto pare, la musica mezwed, suonata con la cornamusa mizwad, era accompagnata da danze che portavano a uno stato di trance. È del tutto pertinente quindi, che Ammar 808 abbia recuperato questo stile musicale per riversarlo in una house music che, praticamente, è il nostro equivalente contemporaneo per arrivare in trance.

Uscito per la leggendaria Glitterbeat Records (e chi se no?!), “Club Tounsi” è un suggestivo viaggio nelle sonorità tunisine. Il beat elettronico incontra il darbuka, in brani come “Douri Douri” e “Lelliri Yamma”. La cornamusa mizwad viaggia veloce in “Brobba”, e la voce intona con i vocalizzi tipici delle aree arabe (Nord Africa e Medio Oriente).

I brani non sono originali: Ammar 808, al secolo Sofyann Ben Youssef, ha compiuto una ricerca scegliendo brani noti del repertorio folk tunisino, rivestendoli con il sound moderno che convive con gli strumenti tradizionali. “Aman Aman”, cantata da una voce femminile, viene qua e là manipolata con l'autotune, e il loop del synth bass si fa oscuro e sinistro.

“Rakeb Aalhamra” è avviata da un coro maschile, a cui segue un beat dal kick bello pulsante (i bassi tendono ad essere avvolgenti in tutto il disco). Il coro verrà poi affiancato dalla mizwad, che sommandosi ottiene un suono complessivo davvero affascinante.

“Club Tounsi” è il terzo lavoro di Ammar 808, dopo “Maghreb United” e “Global Control / Invisible Invasion”. Il primo dei due estende la ricerca sonora al di fuori della Tunisia, guardando anche all'Algeria e al Marocco, mosso da un sentimento pan-magrebino. Il secondo accoglie perfino influenze dalla musica carnatica dell'India del Sud. Quindi il progetto Ammar 808 sconfina spesso e volentieri. Stavolta è stato importante, per l'artista tunisino di stanza in Danimarca, esplorare la musica che gli appartiene. L'esito è di forte suggestione. (Gilberto Ongaro)