THE VOODOO DRUMMER DUO "Hellas spells"
(2025 )
Un batterista e un violoncellista propongono una musica d'avanguardia dal sapore ritualistico. The Voodoo Drummer Duo giocano col termine della loro provenienza. Noi diciamo “greci”, ma in realtà la Grecia in greco si chiama Hellas, o Repubblica Ellenica. E allora il loro album viene intitolato “HELLaS SPELLS”, per assonanza tra “Hellas” e “Hell”, inferno in inglese.
L'elemento percussivo predomina su quello armonico e melodico. Anche il violoncellista, pur intonando melodie, concentra l'attenzione sul dato ritmico. Sembra quasi musica tattile, tanta è l'attenzione all'emissione del suono, come nei pizzicati in “Aristophanes' Frogs”; in questo brano è presente come ospite anche il violinista Blaine L. Reininger (Tuxedomoon).
Accanto ai brani originali, abbiamo delle cover inconsuete: il disco è aperto da “Pink Floyd in 7/8 / John Coltrane”. Si riconosce che il basso suona le note di “Set The Controls For The Heart Of Sun”, ma sopra la sega intona il suo bellissimo lamento musicale, alternato al violoncello. Altro episodio di tutt'altro umore, molto allegro, è “Yomo's Dance”, dove spiccano contrabbasso e violoncello.
I tempi dispari piacciono al duo. “Drunk Dionysus” è in 9/8, e poi c'è un'altra cover che porta i nomi degli artisti: “Erik Satie in 7/8 / Milo Mou Kokkino”. Chiaramente la melodia di “Gnossiene n.1” del pianista francese, passata al violoncello inseguito dai tamburi, assume tutt'altro sapore. Lo stesso vale per “Milo Mou Kokkino”, che è una melodia tradizionale greca.
The Voodoo Drummer Duo sono Chris Koutsogiannis e Stavros Parginos. Koutsogiannis ha assistito ad un funerale in Benin (Africa Occidentale), e a quanto pare questa folgorazione sulla via di Damasco (anzi, sulla via di Porto-Novo) se la sia portata nel sound che ha scelto di esplorare in questo progetto. Nella citata “Drunk Dionysus” compare il balafon, uno xilofono dal suono più grave e “grosso”.
Restano le influenze elleniche, che emergono anche già dal titolo di “Rebetiko”. E per 38 secondi ci sono anche gli Stati Uniti, con le note di steel guitar che chiudono il breve brano di chiusura chiamato “As Bukowski said”. “HELLaS SPELLS” è in definitiva un lavoro ipnotico, dall'intenzione misticheggiante, consigliato per chi cerca una proposta affascinante e chi ama il suono delle percussioni in primo piano. (Gilberto Ongaro)