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EH3  "Close to nothing"
   (2025 )

Non si sentiva da un po' questo genere. È quel jazz rock al contempo raffinato ed energico (molto funky) che imperversava dopo gli sviluppi della fusion. La sigla EH3 sta per Erland Helbø Trio, chitarrista che suona col bassista Frode Berg e col batterista Erik Smith. Il loro album “Close To Nothing”, uscito per Losen Records, è super divertente per chi ama il virtuosismo unito al groove.

L'album si apre col brano dal titolo programmatico “Funk Haus”, e infatti il ritmo sincopato è alla base del pezzo. Helbø però è melodico e il suo stile ricorda quello di Robben Ford. C'è il momento solista per tutti, anche per il bassista Berg e in modo strano per il batterista Smith: non succede che tutti si fermano per lasciargli spazio. Lui inizia a smarcarsi dal ritmo base per avviarsi in un assolo caotico, che “manderebbe fuori” dei musicisti inesperti. Ciò non avviene: chitarra e basso proseguono tranquilli e metronomici, come nulla fosse.

“Mr. Double Espresso” ha due tempi: passa da un lento ritmo cadenzato a un groove di velocità media. “Frostbite” è uno shuffle che fa ricordare (forse è solo una mia impressione) quegli artisti giapponesi che si sono cimentati in questo genere con risultati sorprendenti, come Himiko Kikuchi o i Casiopea. In “Dr. Break”, il titolo anticipa la caratteristica del pezzo: ci sono molti break in cui lasciare il batterista da solo; l'esito è particolarmente dinamico.

Al contrario, “A Moose in the Sunset” è atmosferica. La chitarra viene riverberata per ottenere un suono morbido, e gli accordi compositi creano un clima sospeso, sopra un ritmo lento ma mai piatto, il groove non cessa mai di esserci. C'è una spruzzata generosa di suoni synth in questo brano, che aggiunge sapore retrofuturistico, suonati dall'ospite Knut Løchsen.

Oooh, “Hurly Burly” DEVE diventare la sigla di un nuovo programma TV, tipo un Late Show. Deve, lo esigo, col suo basso in slap, la batteria ben marcata in questo midtempo (a orecchio presumo vada sui 90 BPM), impossibile stare fermi. Che evoluzioni nel finale, con la chitarra che passa a un sound heavy e il basso la segue pedissequamente... No, scusate, per me questo è il brano dell'anno, tra un po' di tempo prenderà la reputazione di “Dean Town” dei Vulfpeck!

Il divertimento continua con la titletrack, dove l'assolo di chitarra arriva allo shredding. Comunque questo genere viene dagli USA (quelli belli, non quelli di adesso...), le radici blues sono ovunque e rendono “caldo” un genere che spesso potrebbe diventare asettico. “3rd Runaway Blues” ci ricorda le origini, con un lungo assolo di basso dove anche Berg mostra le sue capacità. E, delizia per me che sono tastierista, ecco il secondo ospite a sorpresa, Brynjulf Blix, che riscalda il brano con l'Hammond.

“Artemis 81 (The Pastors Sons)” infine chiude l'album in un'atmosfera sognante, di quelle da brani lenti dei Weather Report, con progressioni armoniche fantasiose. Beh, rileggendo queste righe, ho nominato: Robben Ford, Casiopea, Vulfpeck e Weather Report. Credo che un'idea ve la siate fatta. EH3 è una realtà ricca ed entusiasmante da divulgare a tutti i cultori della Musica con la emme maiuscola! (Gilberto Ongaro)