FLORILEGIO "Oracolo"
(2025 )
Ah! L’anima… questa (semi)sconosciuta, tema di innumerevoli tentativi di decifrarla in gran parte attraverso l’espressione artistica o semplicemente ricorrendo ad una spiccata sensibilità, che non può essere di tutti ma, chi ce l’ha, coglie al volo l’opportunità di darne una pertinente interpretazione.
Così tenta incessantemente di fare il cantautor-polistrumentista anconetano Florilegio (Matteo Polonara) nel nuovo, terzo album “Oracolo”.
Forse, qualcuno, potrà interpretarlo come un titolo ambizioso e/o presuntuoso ma, con tanto impegno, invece, l’artista (oggi stanziato a Bologna) prova a raccogliere il suo (e collettivo) corollario riflessivo per decretare piccole ma preziose soluzioni, perché ha capito che condividere i pensieri con gli altri è concretezza evolutiva e si accettano meglio le proprie complessità.
La mezzoretta dell’album si srotola tramite 9 tappeti sonori con vari filamenti sonori, come la coppia iniziale “Non corrispondo” e “La felicità non esiste”, che viaggiano lisce su asfalti di pregevole elettronica pop, mentre la snella dinamicità di “Dimmelo te” rimanda al brio esecutivo dei Masoko (dell’album “Bubù7te”).
Nel percorso, allignano vari stilismi: con la titletrack, Matteo gioca la carta della dilettevole ironia con gustosi riff filo-funky, con “Agorafobia” sfodera un brillante latin-pop, con “Sottrazioni” s’immerge in profondità concettuali per nulla dozzinali, con “Quando non parli” rilascia innesti di indie-rock personalissimi, con al centro gli immancabili quesiti esistenziali.
La ricerca dell’agognata libertà passa attraverso “Fatti di pensieri pesanti”, con i quali Florilegio chiude brillantemente (e provvisoriamente…) il suo viaggio introspettivo con in tasca un biglietto “open”, sempre aperto alla speranza per un futuro condiviso nel migliore dei modi: in pace.
Oggigiorno, più che mai, ce n’è un gran bisogno. (Max Casali)