PINAKOTEK "Komorebi"
(2025 )
Non accenna a finire la retromania, che musicalmente ci porta a panorami anni '70-'80, e visivamente a tante luci viola e immagini leggermente sfuocate, per ricreare quella patina delle pellicole analogiche. Tutto questo è meglio se privo di parole. Infatti “Komorebi”, nuovo EP dei Pinakotek, segue queste coordinate.
I Pinakotek sono quattro musicisti riminesi: Filippo Cardelli alla chitarra, Nicola Evangelisti al basso, Luca Fol al sintetizzatore e Filippo Chiarini alla batteria. In questa formazione, la chitarra serve soprattutto a creare i giri funky, mentre i protagonisti spesso sono il sintetizzatore e il basso, che esegue dei groove conditi da molte digressioni melodiche. I suoni sintetici della (o delle) tastiere ci portano in una dimensione patinata che ormai non ha più senso definire “vintage”, perché dopo Stranger Things è la nuova contemporaneità.
Sperando che i Pinakotek suonino anche altrove, però in effetti non fatico a immaginarli suonare proprio a Rimini, in uno di quei concerti organizzati lungo il lido, col palco rivolto verso il mare. “Komorebi” è musica che fa andare in chill. Rilassa e coccola le orecchie, mantenendo comunque un elegante senso del ritmo. È la versione contemporanea della lounge, che tanto aveva preso piede tra gli anni '90 e gli anni '00. Montecarlo Nights, dove sei?
Sono solo cinque brani, ma “Eclettico” finisce con un giro di basso memorabile, “Kepler” sembra provenire dal cruscotto di un'auto parcheggiata di notte; il synth “Slego” ci porta tra le stelle a bordo dell'Enterprise, “Kaipuu” si sorseggia come un cocktail, e “J” invece sa proprio di tramonto digitale, da crepuscolo fluorescente, colorato da un entusiasmo interiore (che esce fuori nel finale del brano). In cinque brani ci sono cinque esiti diversi della stessa ricetta, da provare per stare bene una sera! (Gilberto Ongaro)