ANE' FEAT. TAKKARATE BOYS "Su la testa!"
(2025 )
Anè è il nome d'arte del sassofonista e compositore Fabio Mancano, ed è un'espressione intraducibile foggiana.
Anè è seguito dai Takkarate Boys, cioè i tre musicisti che lo hanno accompagnato a realizzare l'album “Su la testa!”, uscito per Filibusta Records: Andrea Nicolè alla batteria, Raffaele Ventura Costa al basso e Loris Ruscitti a pianoforte e tastiere. All'album partecipano anche alcuni ospiti: chitarristi, un hammondista, un percussionista e un rumorista!
Il risultato è un jazz rock energico e coinvolgente, che prende spunto dalla lezione fusion anni '70. Il groove è l'elemento principale dei brani, ma ci sono anche soluzioni armonico – melodiche memorabili, come quella in “Califoggia Dreamin'”. Nel brano sono anche presenti una voce narrante che racconta uno dei (tanti purtroppo) ordigni esplosi nel foggiano, e compare qua e là una sirena della polizia (o dell'ambulanza).
La maggior parte dei pezzi è strumentale, fa eccezione il brano cantato (quasi urlato) “Welcome AI”, dove la voce lamenta che siamo “sempre conformisti, mai ribelli”. Il brano ospita l'Hammond in stato di grazia. I titoli dei brani si ispirano a scene di film (però non alle loro colonne sonore), ma la chitarra di “Peterpaniko” e in generale tutto il brano ha un trasporto blues rock che ricorda le migliori scene di inseguimento dei Blues Brothers.
“Anè-stesya” e “Tu non sparerai” hanno una grande ricchezza ritmica, garantita dalle percussioni, ma anche dagli obbligati pensati in fase di composizione. La titletrack, centrata sul piano Rhodes, vede il sassofono spiccare in fase di assolo con forza. “Woot & comin” si avvia con un groove di basso e batteria, ma quando arrivano Hammond e sax le progressioni armoniche si prendono tutta l'attenzione, con il loro andamento eroico.
“Sott a chi tokk” non so a quale film si ispiri, ma sentendo il sax così graffiante abbinato al titolo, a me viene in mente James Senese quando fa la parte dell'artista irascibile in “No grazie, il caffè mi rende nervoso” (un giallo esilarante). L'album è chiuso dal tiro funk di “Way Out”, dove torna la voce a cantare (stavolta senza urlare) un testo scritto con un'ironia simile a quella di Pino Daniele: “Se parlo di me sono sempre perfetto, yeah, se parlo di te trovo sempre un difetto, e poi ti vesti male!”.
“Su la testa!” è un disco divertente e irresistibile, che riporta in auge un genere che non stanca mai. (Gilberto Ongaro)