recensioni dischi
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GIOVANNI GREGORETTI  "Bassi antropomorfi"
   (2025 )

Quante cose si possono fare con il basso elettrico? Se lo chiede il bassista Giovanni Gregoretti, virtuoso dello strumento che, con “Bassi antropomorfi”, ci propone un intero album suonato esclusivamente con le quattro corde.

I titoli dei brani mostrano l'ispirazione alla mitologia. In questi brani, Gregoretti fa sentire esempi di come il basso possa svolgere anche una funzione armonica (creando bicordi e accordi alle giuste altezze) e melodica, tracciando linee acute. Ne “Il Cantico delle Sirene” invece, tramite l'utilizzo di effetti, il bassista riesce anche a simulare un timbro completamente diverso, un sibilo sinistro che si solleva. Un esperimento che ricorda quelli più “ventosi” di Roger Waters negli anni '70.

Ci sono episodi frizzanti come “Solo non si vedono le tre Gorgoni”, ma anche altri più introspettivi, come “Il dualismo del Centauro”, dal passo pesante. Nel brano “La vendetta delle Erinni”, invece, la cosa che si nota di più è la fantasia nelle progressioni armoniche, nei cambi inaspettati delle sequenze di accordi.

“Lo scorticamento del Satiro”, a dispetto del cruento racconto citato, è un bel brano in chiusura dell'album tra arpeggi, melodia, progressioni armoniche e note gravi di supporto, tutto fatto sempre col solo basso. Forse è stato messo alla fine dell'album proprio per questo, perché è uno dei pezzi che meglio mostra quanti elementi di una composizione si possono realizzare con un solo strumento.

Per chi si vuole avvicinare al basso elettrico, questo è un bel biglietto da visita per scoprire le potenzialità dello strumento. (Gilberto Ongaro)