SALVO FERRARA "Music from myths"
(2025 )
“Metope mitopoietiche”, così cantava il sottoscritto quasi dieci anni fa, cercando di fare l'artista ermetico.
Eppure il verso aveva senso: le metope sono quella parte dei templi greci dove vengono scolpiti bassorilievi, raffiguranti scene di miti e leggende. Quindi, letteralmente le metope “creano i miti” (mitopoiesi).
Alla stessa visione delle metope si è ispirato il compositore siciliano Salvo Ferrara, per realizzare “Music From Myths”, un lavoro dove musica e architettura dialogano.
Il 3 agosto 2025 infatti, Salvo Ferrara si è esibito al Tempio di Hera a Selinunte presentando le musiche che ascoltiamo in quest'album. Sarebbe scorretto liquidarla come musica “ambient”: effettivamente Ferrara crea ambienti sonori, ma ciò che emerge dall'ascolto sono le sue doti di compositore.
Ferrara, con i suoi sintetizzatori e drum machines, è affiancato dal quartetto d'archi del Teatro Massimo di Palermo, il Modern Times Ensemble: Fabio Ferrara al primo violino, Pippo Di Chiara al secondo violino, Gaspare D'Amato alla viola e Mauro Greco al violoncello. Inoltre c'è il polistrumentista Agostino Cirrito specializzato nei fiati.
Le tracce sono un susseguirsi di diverse suggestioni, garantite dalla ricchezza timbrica e dalle progressioni armoniche minimaliste scelte da Ferrara. Ad esempio, in “Hera” un arpeggiatore apre e chiude il brano con due loop diversi, gli archi e il sax si intersecano sopra il bordone ambient e i beat elettronici.
“Leftovers” ha un inizio cameristico, di soli archi, poi le percussioni sintetiche si avviano in un incedere veloce ma molto soffice, mentre violini, viola e violoncello iniziano a suonare in pizzicato: il risultato è una musica di seta che crea attesa.
“Solid Roots” è pervasa dalla malinconia, mentre “Ghost”, dopo gli archi e il clarinetto, ospita un “fantasma”, cioè la voce di un mezzo-soprano. L'evocazione dei miti classici da legare alla musica è garantita dal brano che introduce l'album, “Preluvox”, dove sopra i suoni distesi c'è una voce femminile che parla in greco antico.
In “Calypso” il beat si interrompe, per lasciarci immersi in un tenue flusso impressionistico. Di percussivo invece arrivano dei battiti più “legnosi”, e più avanti un vibrafono. L'atmosfera è cinematica, si sente che Ferrara è anche autore di colonne sonore.
Se negli altri brani il tono è sempre rimasto sobrio, al massimo malinconico, in “Calypso” si raggiungono invece apici emotivi, non per crescendo roboanti d'intensità ma per le soluzioni formali e melodiche scelte.
“Music From Myths” è un lavoro interessante di ricerca musicale. Ferrara segue una direzione stilistica diametralmente opposta a quella di Vangelis nella sua tonante “Mythodea”, ma con essa condivide l'ispirazione alla mitologia, l'essersi esibito di fronte a un tempio (nel caso dell'artista greco è stato nel 1993 presso il Tempio di Erode Attico ad Atene), e soprattutto la capacità di creare atmosfere di grande respiro. (Gilberto Ongaro)