recensioni dischi
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RADIOCLOCK  "L'elemento chiave"
   (2003 )

Fare "musica italiana" è, da alcuni, considerato un limite. Stupidaggini. La musica italiana è apprezzata in tutto il mondo, snaturarla è un delitto. Con questo non voglio dire che chiunque, nel nostro amato Bel Paese, intenda fare musica, debba rifarsi a Massimo Ranieri, Claudio Villa o Andrea Bocelli. Per niente. Il concetto è un altro: è che, attualizzando (giustamente) la proposta, musicalmente ed anche come arrangiamenti, si può fare ottima "musica italiana". Senza seguire pedissequamente ciò che viene da oltre oceano o da oltre Manica. Anche perché, diciamocelo, spesso ciò che viene dall'estero è di livello inferiore, ma noi italiani, spesso provinciali in questo, premiamo certi artisti solo perché stranieri. L'erba del vicino è sempre più verde, no? Beh, i Radioclock hanno capito benissimo la lezione. Questa è ottima musica italiana. Che non stona e non stonerebbe in qualsiasi airplay radiofonico, italiano ma non solo. Questa è la palese dimostrazione che, attualizzata la proposta, noi italiani siamo davvero bravi. Il paragone, ad esempio, tra questi Radioclock ed un qualsiasi gruppo inglese esordiente è impietoso. Mi spiace, c'è più musica, più note, più intuizioni nella musica tricolore, se ben fatta. E questa è ben fatta. Discorso a parte, poi, per i testi, vera nota dolente di ciò che ci piove addosso dall'estero. Se un brano italiano ha un testo scarso, lo mettiamo all'indice: se (ed è la normalità) i versi di un brano straniero fanno schifo, si dice "beh, quello che conta è la musica"... Un cavolo. Viva quindi i Radioclock. Tre brani vincenti, in questo E.P., con particolare menzione per la title track "L'elemento chiave", ammaliante e trascinante. Ascoltatela , e fate poi il paragone con un singolo qualsiasi degli Arctic Monkeys. E ringrazierete di essere italiani. (Andrea Rossi)