ANOUCK GENTHON & LIONEL MARCHETTI "Suite blanche / Angelica"
(2025 )
Il rumore del vento assomiglia al rumore “bianco”, in quanto, se viaggia in uno spazio vuoto, non viene tagliato nelle sue frequenze da vari ostacoli quali rami di alberi (e in quel caso diventa un lugubre fischio). Forse è per questo motivo (oppure no), che il primo dei due cd di questo lavoro di Anouck Genthon e Lionel Marchetti, si intitola “Suite Blanche”.
Uscito per Unrec, il doppio album “Suite Blanche / Angelica” è un'esplorazione delle possibilità del violino di Anouck Genthon, sempre propensa a indagare il suono del proprio strumento, accompagnata dalle sperimentazioni di Lionel Marchetti, intento a realizzare field recordings e a elaborare il tutto elettronicamente e usando il sintetizzatore.
Gli elementi circondano le tracce. “Le Sol Prend Feu” (“Il terreno prende fuoco”) apre il primo disco, e non è subito chiaro cosa stiamo ascoltando. Sentiamo un suono inafferrabile ondeggiare con fervore. Il violino non è quasi mai distinguibile: sentiamo porte cigolare, un bordone elettronico e suoni sommersi in questa prima traccia di quasi 18 minuti.
In “Verticale De L'Est” iniziamo a riconoscere il violino, anche se il suo suono è inscatolato dagli effetti applicati. Lo strumento diventa ancora più centrale in “Le Silence Se Deplace”, reiterando poche note che sembrano brillare come cristalli.
“Les Voutes, Les Cascates, Les Grottes” è la traccia più ambientale. Ricolmo d'acqua che rimbomba in maniera sotterranea, il brano ci fa sentire davvero in uno spazio chiuso e roccioso, dove siamo trasportati dal flusso. Dagli schizzi d'acqua riemerge il violino, continuamente “bagnato” dall'elettronica. Ma ad un certo punto si arriva forse ad una riva, dove sentiamo il crepitio del fuoco, e con esso ritorna il violino, asciugato e in ottima forma.
“Coda – Nuit – (Le Temps Se Defait)” chiude il primo cd con le registrazioni sul campo di grilli e il traffico lontano. Il violino compare solo ogni tanto, come un commento timido di fronte alla vastità della notte stellata.
Il secondo cd, “Angelica”, è composto da un'unica traccia di 41 minuti. Si tratta di un'esibizione live che i due musicisti hanno registrato nel 2022 al Teatro San Leonardo di Bologna. Qui possiamo sentire in maniera più centrata gli esperimenti di Genthon sulle corde e sul suono, dilatati per tutto il tempo.
L'ascolto di una musica come questa fa sorgere alcuni interrogativi su ciò che diamo per scontato come “suono”. Sono riflessioni già fatte decenni fa da John Cage. Cos'è musica? È ciò che noi decidiamo che lo sia, la scelta di suoni e rumori che decidiamo di incasellare e significare, o risignificare. (Gilberto Ongaro)