recensioni dischi
   torna all'elenco


RHAPSODIJA TRIO  "Di visioni musicali"
   (2025 )

Klezmer e rock si incontrano in una formazione allegra ed energica, i Rhapsódija Trio.

Il clarinetto che spesso “ride” (cioè glissa le note in staccato), la fisarmonica che propone spesso ritmi inizialmente lenti per poi cominciare a correre, la chitarra elettrica che crea il contrasto con l'intenzione rock, gli assoli spesso su scala pentatonica: questi tre elementi si fondono ottenendo uno stile personale e riconoscibile.

“Di Visioni Musicali” è una festa di colori, un caleidoscopio di suoni, perché il clarinettista Adalberto Ferrari si alterna anche con sassofoni e tipi diversi di flauti. La fa da padrone il valorizzare l'armonia, come si sente nel dolce procedere di “Monica”. Ma ci sono dei medley di brani tradizionali, come “Nigun Null – Der Gasn Nigun – Mazel Tov”, che invitano a balli sfrenati.

L'album si avvia con la gioia irresistibile di “For Gégé”, mentre “Viazoy – Papirossn” è uno degli esempi di medley che inizia lentamente e poi si scatena. In alcuni momenti, il chitarrista Luigi Maione canta, ma la voce non è mai centrale: arriva come spunto per ricordare i brani suonati, e forse invitare anche l'ascoltatore a cantare con lui.

“La Maschera Rosa – Ballata da Teatro” contiene un recitato sulla recitazione. Un attore si racconta nei momenti prima di andare in scena. E in “Zapping” un tempo dispari ci porta ad apprezzare il particolare sound del trio, con gli accordi pieni di chitarra distorta che incontrano la fisarmonica esteuropea di Nadio Marenco e il clarinetto che salta sulla melodia, che ad un certo punto procede per scala esatonica.

“Di Visioni Musicali” è irrefrenabile gioia che abbatte con (più di) un sorriso le barriere culturali. Un flusso che propone una riflessione transculturale che sarebbe da riportare in auge con urgenza. (Gilberto Ongaro)