recensioni dischi
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BALJUW  "Dinsterwenk"
   (2025 )

Uscito per Icarus Records, “Dinsterwenk” è un'esperienza sonora firmata Baljuw, duo composto da Nicolas Van Belle alla chitarra e all'elettronica, e da Matthias Dewilde al Fender Rhodes e all'elettronica. Già nel comunicato stampa, ci informano che i due “suonano” insieme, scritto così, tra virgolette.

Forse è una presentazione ironica ma a me pare un po' fuorviante, perché i due musicisti suonano davvero, senza virgolette. Solo che le texture che realizzano sono talmente avvolgenti e ipnotizzanti, che dopo un po' chi ascolta tende a dimenticare che stiano suonando uno strumento.

L'esplorazione dei suoni è radicale, e da entrambi volta a realizzare dei fondali elettronici surreali. Spesso e volentieri compaiono dei rumori elaborati con sintesi granulare, tant'è che fin dalla prima traccia “lekk toge” e lungo tutto il corso dell'album, tutte le improvvisazioni ambient a chitarra e tastiera sono circondate da un suono intermittente, come un segnale di ricezione che ricorda le pulsazioni amplificate di un sismografo.

Puoi sforzarti di stare attento finché vuoi, ma queste musiche sono concepite apposta per lasciarti distrarre. A un certo punto torni alla tua attività in casa. Ed è lì che arriva la magia, perché questi suoni, anche a livello subliminale, diventano una colonna sonora che plasma la visione della stanza in cui ti trovi. Anche se è solo la tua cucina (come nel mio caso), guardi il lavello e ti sembra sia lui a guardare te, con quel rubinetto infido... Oppure posi lo sguardo sull'angolo tra soffitto e pareti, e immagini di prolungare le linee dall'altro lato, come in un disegno geometrico.

I suoni dei Baljuw sono al contempo rilassanti, concilianti, e sfuggenti, non del tutto inquadrabili. L'ascolto porta a sentirsi in una dimensione liminale, dove osservare la realtà con una percezione diversa, almeno fin quando durano le sette tracce. (Gilberto Ongaro)