recensioni dischi
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APRES LA NUIT  "Aller-retour"
   (2025 )

Vengono dalla Francia, mi dicono dalla regia. Anche se per cupezze e altre cose potrebbero tranquillamente essere una qualsiasi band di darkwave tedesca che è sopravvissuta ad una ibernazione negli ultimi 30 anni ed è tornata alla luce. O meglio, al buio.

"Aller retour", di codesti Après La Nuit, ci fa tornare appunto indietro di un bel po', non tanto negli anni '80 (perché, ragazzi, i synth ci sono stati anche dopo, eh) quanto nei '90, in quei momenti in cui quel certo genere dark - ora lo chiamano goth, chissà perché - si rintanò in ambiti diversi da quelli iniziali, perdendo in certi casi le abrasive chitarre dei primi tempi e puntando più su un concetto del tipo "se proprio dobbiamo vivere, che almeno si balli, ma ai ritmi che piacciono a noi".

Questo fanno codesti francesi, forse un po' limitati nell'ambito vocale ("Save your soul" pare la parodia di un qualche cattivissimo vocalist uscito da una tomba; meglio nelle tracce in francese, anche perché l'inglese è molto, troppo scolastico, uomo o donna che sia a cantare) ma che paiono, a tratti, una via di mezzo tra gli Xymox e i Telex.

A tratti un po' accademico, se vogliamo, ma tutto sommato indolore. "CJB25" si ascolta, "Elise" si fa apprezzare per la sua cupezza ma, forse, è un caso di album dove gli insegnanti sono migliori degli alunni. (Enrico Faggiano)