STARBYNARY "Romeo and Juliet, pt.1"
(2025 )
“Oh Romeo, perché sei tu Romeo?” “Ah boh, mia madre mi ha chiamato così!”…
Non so se era scritta proprio così, comunque la più nota tragedia shakesperiana diventa fonte di ispirazione per gli Starbynary, progetto prog power metal capitanato dal cantante Joe Caggianelli e dal tastierista Luigi Accardo. Alla chitarra troviamo Alessandro Cossu, al basso Sebastiano Zanotto e alla batteria Alfonso Mocerino. Compare anche il soprano barocco Anna Piroli.
Uscito per Elevate Records, “Romeo and Juliet, Pt. 1” è un disco adrenalinico che in otto canzoni ripercorre la vicenda dei due veronesi innamorati e delle loro famiglie. Molto apprezzabile è aver ambientato l'introduzione al Globe Theatre, il leggendario teatro del Seicento che ha ospitato proprio la compagnia di Shakespeare.
“Globe Theatre Symphony” è un field recording del vociare di un pubblico a teatro, in attesa che il sipario si alzi. Un violino introduce il tema, raggiunto dal violoncello e poi dalla band, che spinge nel metal seguendo il tetracordo discendente, con assoli di chitarra e synth. E ora possiamo partire con il prologo.
“Prologue” alterna parti in 4/4 a un 5/8, e la voce di Caggianelli si spinge più volte negli acuti. Gli amanti dei tempi dispari qui sono soddisfatti: più avanti, “The Duel” è in 7/16. Un passaggio in 7/16 è presente anche in un brano complesso, “Prince of Cats”, che si alterna tra 6/8 e 4/4.
Ma non ci perdiamo a discutere dei tempi. L'altro elemento che impreziosisce questo lavoro, è la scrittura corale. Oltre al soprano Piroli, che compare per la prima volta in “Behind the Mask”, su un ritmo e un tempo baroccheggiante (la chitarra suona la sua melodia in scala minore melodica), le canzoni contengono diverse fasi polifoniche, come in “Exile” dove c'è un coro che procede addirittura per canone.
E nella suddetta “Prince of Cats”, resta impresso il momento in cui le voci intonano “CAPULETI E MONTECCHI”. Sembra davvero l'entrata in scena di un folto numero di comparse sul palco, per una scena collettiva.
Chitarrista e tastierista spesso si passano la staffetta degli assoli virtuosi. Il brano dall'esito più epico è forse “The Oath of Love”, dove un coro si sovrappone al tappeto metallico di doppio pedale e palm muting di chitarra. Questo album soddisferà i palati più fini, quelli che non usano l'aggettivo “barocco” con accezione negativa, ma che sono aperti alla complessità della vita e quindi all'arte che le dà la forma più consona.
In “Romeo and Juliet Pt. 1”, già al secondo ascolto emergono dettagli che sfuggono al primo. L'adrenalina e l'emozione sono forti, e non resta che attendere “Romeo and Juliet Pt. 2”! (Gilberto Ongaro)