ROBERTO MARES "No place on earth"
(2025 )
Se avete letto i nostri racconti musicali dal 2020 in poi, vi sarete accorti che, a causa delle restrizioni dei vari lockdown e zone rosse-gialle-fucsia, moltissimi musicisti avevano iniziato a produrre musica a distanza, inviandosi file anche da un continente all'altro, perché fortunatamente le attuali tecnologie ci permettono di lavorare anche così.
Questa modalità operativa ha fatto scaturire molte riflessioni e aperto nuove possibilità; per questo, qualcuno ha proseguito questa strada per collaborare con artisti lontani, per una nuova visione filosofica, che ci avvicini in quanto esseri umani.
Nessun posto sulla Terra. “No Place On Earth” è il titolo del nuovo lavoro del compositore Roberto Mares, che indica una zona metafisica ubiqua, non riconducibile a un solo luogo, che è lo spazio della musica prodotta da artisti lontani, tra cui Flavio Ferri e Alessandro Sgarito. E ne esce una produzione difficilmente incasellabile.
“Esodo part I” apre il lavoro con una schitarrata distorta, e note acide che simulano una sirena. Sembra stia per partire Malmsteen, e invece è un falso allarme: l'ambiente ostile e distorto viene raggiunto da un più tranquillo post-ambient. Un armonia di archi, impulsi elettronici pesantemente elaborati nella forma d'onda (sembrano “tagliati”), e lunghi feedback di chitarra elettrica. C'è un beat elettronico che sembra avviare un ritmo, ma si ferma più volte.
La batteria partirà, lenta ma convinta, in “Esodo part II”, ad accompagnare una situazione di improvvisazione meditata, tra archi e pianoforte. La voce della cantante Merel Van Dijk compare in “La direction est claire”, in un ambiente sperimentale e a tratti atonale.
“Zero to power of 10 equals to zero” è un'immersione con reminiscenze del sound engineering di Brian Eno. Difatti Roberto Mares è un ingegnere del suono, e si sente la cura nel dettaglio, nella gestione del ricco materiale sonoro offerto. Ogni cosa è al suo posto, e ci sono tanti posti, tante piccole zone da scoprire.
L'introduzione rumorosa e minacciosa sembra dunque la rappresentazione del mondo reale, ostile e caotico, al quale Roberto Mares contrappone un rifugio antiatomico dove conservare tante preziosità. (Gilberto Ongaro)