GABRIELE BELLINI "Regeneration 4.0 (one day I will sing song)"
(2025 )
Un giorno canterò una canzone, recita il titolo di quest'album. Dev'essere uno scherzo, perché Bellini la voce non la fa (quasi) mai sentire: canta attraverso la chitarra. Uscito per Quarock Records, “Regeneration 4.0 (One Day I Will Sing Song)” è un'esplorazione della bravura e delle sonorità metal del chitarrista e insegnante di chitarra Gabriele Bellini, con le quali incide dei brani carichi di energia e virtuosismo.
“Bugs In The Brain” apre il disco subito con un agitato shredding, che è la cifra stilistica dell'album. “The Age Of Hate” smorza il sound per farsi più introspettiva, mentre “NOOS” si mantiene a metà strada, in attesa di tornare a spingere con “Dirty Diamonds”. Seguendo la melodia principale, quasi non ci si fa caso che il brano subisca molte trasformazioni, terminando in maniera molto soffice.
Episodio curioso è “Less Distant”, che su un beat elettronico alterna l'elettrica a una chitarra acustica, e i suoni vengono elaborati elettronicamente. Ma “Rush'n'Reset” ruba la scena nella memoria col suo groove funky abbinato al sound pesante, ricordando un po' il “Doctor Feelgood” dei Mötley Crüe.
“End Connection” è un'altra sberla, che a un certo punto sembra voler citare i Metallica, con una fase di carro armato (palm muting) e la batteria che accentua dei battiti con i piatti, come all'inizio di “Enter Sandman”. Improvvisamente la canzone si blocca, per ripartire con un finale di sola chitarra acustica. Ed ecco qui, come eccezione, la voce di Bellini cantare: “Griderai per la prima volta, ti stupirai per aver scoperto chi sei”.
L'album è chiuso da “The Realm Of Acoustic Spaces (10th Anniversary 'Acoustic Spaces')”, dove, come intuibile, la protagonista principale è la chitarra acustica, in una cavalcata non meno energica, con fasi a sorpresa da colonna sonora e altre da americana. Ma prima di arrivare a questo coinvolgente trip di 12 minuti, incuriosiscono due cover: “Insieme a te sto bene” di Lucio Battisti e “Bad Guy” di Billie Eilish.
Il famoso pezzo dell'uomo grezzo (“elementari sì e no”) interpretato dalla leggenda di Poggio Bustone, qui rivela il suo potenziale metal, cantato per l'occasione da Cristina Cassarà. Si sono divertiti a “massacrare” il brano: il ritornello inizia con la batteria che va in blast beat, un tempo da hardcore. Lucio si sarebbe divertito assai ad ascoltare questa versione, essendo sempre propenso a demolire la propria immagine di santino (ce lo ha fatto capire negli anni 1982-1994).
Anche “Bad Guy” subisce l'appesantimento metal, e in effetti, considerato il tema–gancio principale del pezzo, si presta molto bene, come si sente subito dall'inizio, quando Bellini lo intona alla chitarra. La canzone di Eilish è interpretata da Lorenzo “Bobby” Masi, che dopo un'interpretazione graffiata e grintosa, sfocia direttamente nello scream.
“Regeneration 4.0” è un disco molto specifico per i chitarristi e per chi ama la chitarra, ma le costruzioni non scontate dei brani possono soddisfare anche i progghettari. Inoltre, la varietà di soluzioni musicali, anche se sempre con lo shredding in primo piano, mostrano la lunga esperienza e tutte le capacità tecniche ed espressive di Gabriele Bellini, raccolte in 40 anni di carriera. (Gilberto Ongaro)