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HANNA PAULSBERG CONCEPT & ELIN ROSSELAND  "Himmer over hav"
   (2025 )

Il jazz norvegese ci riserva spesso sorprese molto impegnative, specialmente se i musicisti provengono dall'accademia di Trondheim, dove insegnano a elaborare un linguaggio personale attraverso il proprio strumento. Ne conseguono a volte ascolti al limite della cacofonia, perché per cercare il nuovo, spesso il musicista si dirige verso la dissonanza o il rumore.

Invece, nell'Hanna Paulsberg Concept questo non accade; il jazz è consueto e riconoscibile, tanto che in questo nuovo album, uscito per la Grappa Musikkforlag, l'assolo della sassofonista nel primo brano “Som En Fortelling” scivola spesso e volentieri nel famoso “lick”, o in frammenti di esso (https://www.youtube.com/watch?v=krDxhnaKD7Q qui spiegano bene cos'è “The lick”).

“Himmel over Hav”, questo il nome del loro quinto album, ospita anche la cantante Elin Rosseland, che si prende il suo spazio nei brani mostrando il suo particolare stile vocale, come nella titletrack, dove stavolta è il pianista a catturare l'attenzione: a un certo punto si incanta su un cluster di due accordi gravi, per poi sbriciolarli in un assolo vorticoso a tutte le altezze.

Hanna Paulsberg in “Gå” accompagna le note lunghe e meditative di Rosseland con un inciso ossessivo, lasciandole poi uno spazio solista, dove la voce dialoga col silenzio. Questo è uno degli esperimenti dove si sente la firma norvegese, ma resta sempre nei ranghi della consonanza armonica.

Con “Farao” torniamo in un cool jazz sfrenato, calmato solo alla fine dalla voce di Elin. “Maria” è caratterizzata da una suggestiva sequenza di accordi in levare di pianoforte, raggiunti poi da tutto il quartetto e dalla cantante, mentre “Sang Til Pastor Wang” per la prima metà è un duetto piano – voce, dove quest'ultima sceglie un percorso melodico obliquo, fatto di salti in alto dove non te li aspetti.

“Homer Wells” scava ancora in un jazz meditativo e sussurrato, dove a un certo punto voce e sax procedono all'unisono, in una melodia sofferta. La voce poi percorre dei vocalizzi surrealisti, è il tono è assecondato dal pianista, e poi da batteria, contrabbasso eccetera (cit.).

L'album è chiuso da “Tid”, dove il pianista ad un certo punto indugia a ribattere i tasti due volte per nota, creando un naturale effetto eco. Verso i tre quarti, voce e sax tornano all'unisono in una melodia toccante, che si dissipa nel finale con mestizia.

Gli Hanna Paulsberg Concept, assieme a Elin Rosseland, sono forieri di un jazz espressivo, che a parte dei guizzi vorticosi e un momento surrealista, fa prevalere gli elementi malinconici e contemplativi. (Gilberto Ongaro)