recensioni dischi
   torna all'elenco


RON GALLO  "Checkmate"
   (2025 )

Ron Gallo è un cantautore di Philadelphia che scrive nel solco della tradizione statunitense.

Nel 2007 aveva fondato i Toy Soldiers, gruppo che mescolava soul, blues, roots rock e folk, in una parola si può utilizzare il termine “americana”. Dal 2014 ad oggi, Gallo prosegue la carriera solista, e quest'anno è giunto al sesto album “Checkmate”, uscito per Kill Rock Stars.

Classe '92, quindi trentatreenne, eppure nella sua penna e nel suo sound si riflettono i grandi artisti, da qualche reminiscenza dei Dire Straits fino all'intimismo del poeta canadese, l'indimenticato Leonard Cohen.

Cohen mi è venuto in mente arrivato all'ultima canzone dell'album, “Trampoline”, dove gli arpeggi di chitarra sono dolci e luminosi, per chiudere il disco con una dedica personale (“for Garry”), ma ne parliamo alla fine.

A parte questo brano, tutto l'album è di un altro umore. Sempre intimo, sempre molto acustico, ma più malinconico e amaro, anche se l'amore resta l'ancora di salvezza contro la tristezza.

La titletrack (che in italiano significa “scacco matto”) apre l'album chiedendosi il perché del male, ma tentando anche una risposta: “Sometimes I wonder why people get so evil / Then I think about someone causing you pain”.

Sottolineo il bel suono del basso, particolarmente vintage. “Fantasy” nel frattempo paragona il noi reale con il noi ideale: “We are better as a fantasy / We'd only get ruined by reality”. Ma non si dà per vinto: “It's not too late / We're not yet fucked”.

In questo brano, ma anche in molti altri, è una caratteristica dell'album, alcuni versi vengono rinforzati dal coro femminile. In “Feel It All Phase” l'umore è lo stesso, ma si aggiunge il sassofono. Qui arriva la filosofia di Ron Gallo, certamente poco “americana”, nel senso di non competitiva: “Spiritual friction from living a fiction / seeking benediction on a mountain of addictions / I don't care to thrive, I may not reach the top but at least I will survive”. Saggio!

In risposta a chi invece dà consigli non richiesti per raggiungere questa fantomatica vetta, arriva “Free Advice”: “Everybody wants to say what's best for you, when they don't have to actually follow through”.

Un ritmo simil bossa nova invece accende “Giant Silent Disco”, dove si fa viva la coscienza civile di Ron Gallo, e il senso di inazione, di impotenza ma al contempo di empatia, di consapevolezza: “Every street I walk has Flowers / that are trying to push through / Every street I Walk has people / that I don't know what they're going through (…) You're cemented to the bed / while a psychopath dines uninterrupted / bombs are going off / while I'm electric toothbrushing”.

Efficace il cambio musicale di “Gun to my head”, legato al testo. Finché le strofe finiscono uguali, cioè con: “What can I say with this gun to my head?”, il ritmo di batteria procede regolare. Si blocca invece, quando le ultime due strofe finiscono con: “What can I say with your gun to my head?”. Si sta rivolgendo direttamente a chi lo tiene sotto tiro, e il fermare la musica crea suspense.

L'amore fa tornare la filosofia, affine al downshifting, in “I've Already Won”: “I did not get the golden award / but we lost together”. Tra gli accordi spesso torna un maj7, quello spesso considerato il più rilassante. E ancora di più, parlando di sguardi che possono cambiare la vita, la musica manda in chill in “One Catch Of The Eye”, dove si nota lo spirito crepuscolare: “We forever live in the moment before moon rises and sun sets”.

A proposito di chill, il termine non è fuori contesto, dato che compare nel successivo titolo: “Somebody God Would Want To Chill With”. Ma dalla rilassatezza si passa alla stanchezza con “Too Tired To Love You”. Qui lui non dice a lei che ha smesso di amarla, è solo un po' stanco. Ma il suo impegno civile non si ferma: “I wanna leave this place better than it was found”.

E dopo di questa, arriva la dolce “Trampoline” a chiudere “Checkmate” con la dedica a Garry, che intuisco sia una vittima dei terribili incendi in California: “And I never you saw come down til just now / as Los Angeles burns all around your body”. All'arrivo di queste parole, arriva una forte distorsione di chitarra, che si blocca immediatamente per cantare i prossimi versi.

Ron Gallo termina la canzone con una strofa a metà, lasciandoci con queste parole: “So jump as high as you can, close your eyes and start flipping / know you we're loved, whether dancing with the death, or looking from above”.

Un invito a fare le capriole dal trampolino, sapendo che sia che stiamo danzando con la morte, sia che siamo osservati dall'alto, siamo amati. Un'introspezione preziosa, quest'album: fa scoprire un cantautore che porta ancora alta la bandiera del songwriting a stelle e strisce. Ron Gallo è consigliato se siete orfani di quell'America bella, quella dei deserti metafisici e dei pensatori con la chitarra acustica. (Gilberto Ongaro)