DAVE BOLO "Paura del domani"
(2025 )
Con ''Paura del domani'', uscito per la sempre ammirevole Vrec Music Label, Dave Bolo firma il suo secondo album e conferma una visione musicale che non si limita a intrattenere, ma vuole scuotere le coscienze.
Dieci tracce che oscillano tra rock energico e cantautorato contemporaneo, con una produzione curata nientedimeno che da Max Zanotti (Deasonika, Rezophonic, Casablanca), capace di dare compattezza e profondità al suono.
Le chitarre sono, ovviamente, protagoniste, sostenute da ritmiche serrate e arrangiamenti che non temono di sporcarsi di distorsioni, ma sempre con misura.
Il disco si apre con “Giorni di Gennaio”, un brano che mette subito in chiaro il tono: lucido, diretto, ma attraversato da una tensione emotiva che sarà il filo conduttore dell’intero lavoro.
Seguono pezzi come “Holy Rock’n’Roll” e “Umani”, dove il rock diventa manifesto di resistenza e identità, mentre “Italy” e “Gelido” raccontano con ironia e amarezza le contraddizioni del presente.
Non manca lo spazio per la riflessione più intima, come in “Tu come stai?”, che racchiude il senso del titolo: quella paura sottile che accompagna il nostro tempo.
Tra le sorprese, la cover di “Polvere” di Enrico Ruggeri, reinterpretata con grinta e rispetto, che si inserisce perfettamente nel mood dell’album. La scelta non è casuale: è un omaggio alla grande scuola del rock d’autore italiano, ma filtrato attraverso la sensibilità di Bolo.
Il disco è pervaso da grande coerenza stilistica, mantenendo un’identità forte, senza rinunciare a variazioni di tono: Zanotti valorizza ogni sfumatura, dalle ballate più intime ai brani più graffianti. I testi sono inoltre lucidi e attuali: parlano di inquietudine, speranza e resistenza, senza cadere nel retorico.
L’uso della lingua italiana, pur coraggioso, potrebbe risultare meno immediato per chi cerca un sound internazionale. E Dave Bolo avrebbe tutte le carte in regola per tentare la strada d'oltreconfine.
In definitiva, ''Paura del domani'' è un album che non si limita a suonare bene, ma vuole dire qualcosa. È il lavoro di un artista che crede nel potere del rock come linguaggio civile ed emotivo, e che riesce a trasformare la paura in energia creativa. Un disco consigliato a chi ama il rock con sostanza, ma anche a chi cerca una voce autentica nel panorama italiano. (Andrea Rossi)