S-E-A "Places and other stories"
(2025 )
Il nuovo lavoro di S-E-A è un viaggio sonoro che sembra voler catturare l’essenza dei luoghi e delle emozioni che li abitano. Ogni traccia è costruita come un racconto, con atmosfere che oscillano tra il minimalismo elettronico e suggestioni cinematiche.
L’album non si limita a proporre melodie: è un’esperienza immersiva, fatta di texture delicate, ritmi che emergono con discrezione e armonie che si aprono lentamente, come panorami osservati all’alba. La produzione è pulita e raffinata, con una cura maniacale per i dettagli.
Il disco è stato composto principalmente da Bjørn Bolstad Skjelbred e registrato nel 2024 con Tine Asmundsen (contrabbasso) e Terje Engen (batteria). Si percepisce una forte componente narrativa: i brani non sono semplici pezzi musicali, ma frammenti di storie che invitano l’ascoltatore a completarle con la propria immaginazione. L’uso di suoni organici mescolati a elementi elettronici crea un equilibrio che dona calore anche alle composizioni più rarefatte.
Il disco funziona bene sia come ascolto contemplativo che come colonna sonora per momenti di introspezione. Non cerca il colpo di scena, ma conquista con la sua coerenza e la capacità di evocare immagini.
È quindi un album che richiede tempo e attenzione, ma ripaga con una sensazione di viaggio interiore, dove ogni “place” diventa un riflesso di emozioni personali. ''Autumn Rain'' è il brano che ha dato origine all’intero progetto: atmosfera malinconica, con un pianoforte che disegna linee melodiche fluide e un interplay molto aperto. Evoca la sensazione di pioggia autunnale: ritmo lento, dinamiche morbide, perfetto per introdurre il concept dell’album.
''Passing Time'' è un episodio più ritmico e scandito, ma sempre con un senso di sospensione. Qui il trio gioca con il tempo, alternando momenti di quiete a improvvisi accenti. Il titolo è coerente: sembra un dialogo sul fluire delle ore.
Si passa poi a ''Laura in Limbo'', un brano dal carattere enigmatico. Il pianoforte è quasi narrativo, mentre basso e batteria creano un tessuto rarefatto. Il mood è sospeso, come il nome suggerisce: “limbo” è reso con armonie aperte e silenzi significativi.
''6 Weeks'' è il pezzo più lungo dell’album, strutturato come una suite, con sezioni che si trasformano gradualmente. L’impressione è di un viaggio temporale, forse legato a un periodo di attesa o cambiamento, e viene lasciato grande spazio all’improvvisazione.
In ''Mountains'', brano più solido e verticale, con accordi ampi e un senso di maestosità, il trio evoca paesaggi nordici, con dinamiche che crescono e calano come salite e discese montane, mentre ''The Twist'' (brano più vivace, con ritmo incalzante e accenti swing) porta una ventata di leggerezza nel cuore dell’album, quasi un momento di gioco.
Tocca poi a ''Letter from Erik'', intimo e riflessivo, sembra una conversazione privata tradotta in musica. Il pianoforte è delicato, il contrabbasso canta con calore. Un episodio molto lirico. In ''Deserts'', episodio ampio e contemplativo, con spazi sonori che evocano vastità e silenzio, il trio lavora su texture minimaliste, lasciando respirare ogni nota.
Ci avviciniamo alla conclusione con ''Walk of Grief'', uno dei brani più emotivi. Il titolo parla chiaro: è un percorso attraverso il dolore, reso con tonalità scure e dinamiche intense. Il drumming è essenziale, quasi funebre. ''Friday Night Fuzz'' porta invece un cambio di registro: groove più deciso, atmosfera notturna e un tocco di ironia. Il “fuzz” richiama un suono sporco, forse nel pianoforte o nel contrabbasso, che dona carattere.
''Ut av Tiden (Out of Time)'' è la chiusura perfetta: un brano che sembra dissolversi, con armonie sospese e un senso di uscita dal tempo. È la sintesi del concept: luoghi e storie che si perdono nell’atemporalità.
In sintesi, “Places And Other Stories” è un’opera elegante e atmosferica, perfetta per chi ama la musica che racconta senza parole, e che trasforma il silenzio in paesaggi sonori. (Andrea Rossi)