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GIUSEPPE PETRUCCI / INSTANT CURTAIN  "In absentia"
   (2025 )

“In Absentia” non è semplicemente un album: è un viaggio sonoro che sfida le categorie e dissolve i confini tra generi.

Giuseppe Petrucci, al quarto esperimento insieme agli Instant Curtain, costruisce un’opera che si colloca nel solco dell’avanguardia, ma con una sensibilità che evita ogni sterile cerebralismo.

Qui la materia sonora non è mai statica: si frantuma, si ricompone, muta di segno, creando un ordine che si disgrega nel momento stesso in cui sembra affermarsi.

Il disco, pubblicato da G.T. Music Distribution per le edizioni musicali Micio Poldo, si articola in otto tracce che oscillano tra elettronica sperimentale e suggestioni progressive, con echi di Canterbury e Rock in Opposition.

Brani come “Giardino Magnetico” e “Transiti Liminali” sono veri paesaggi acustici, dove il mellotron e i sintetizzatori dialogano con chitarre e organo Hammond, mentre la sezione ritmica di Luca e Andrea Mei imprime un respiro organico a strutture altrimenti rarefatte.

Petrucci, polistrumentista, compositore e docente di Macerata apprezzato da oltre 30 anni in ambito progressive rock/jazz-rock, qui emigra in territori free-jazz, senza cercare la melodia rassicurante: preferisce l’incastro, la tensione, il contrasto. “Linee Ininterrotte verso il punto di discrimine” è quasi un manifesto estetico: frammenti che si inseguono, si sfiorano e si dissolvono, come se la musica fosse un linguaggio in continua fuga da sé stesso.

L’ascolto richiede attenzione, ma ripaga con una densità emotiva che sorprende: dietro l’apparente caos si percepisce una logica interna, un ordine che non si lascia mai afferrare del tutto.

“In Absentia” è un’opera che non si limita a essere “non convenzionale”: rifiuta persino la necessità di spiegarsi. È musica da vivere, più che da interpretare. Un album che conferma la vocazione di Instant Curtain per la sperimentazione radicale, ma anche la capacità di Petrucci di trasformare il suono in materia viva, pulsante, in continua metamorfosi.

Consigliato a chi cerca nell’ascolto non solo intrattenimento, ma esperienza: un attraversamento di territori sonori dove il tempo sembra sospeso e ogni certezza si dissolve. (Andrea Rossi)