recensioni dischi
   torna all'elenco


BIANCA D'APONTE  "Ensemble per Bianca D’Aponte"
   (2025 )

Ci sono dischi che non sono semplici raccolte di brani, ma veri e propri atti d’amore.

''Ensemble per Bianca d’Aponte'' appartiene a questa categoria: un progetto che restituisce voce e respiro a una cantautrice scomparsa troppo presto, nel 2003, a soli 23 anni, mentre stava lavorando al suo primo album. Una morte assurda, improvvisa, a causa di un aneurisma, mentre guardava la TV in casa.

Dopo ventidue anni, grazie a un lavoro di cura e dedizione, quelle registrazioni intime – nate tra una camera e uno studio amico – tornano a vivere in dieci tracce che suonano come lettere mai spedite, ma finalmente lette.

Il disco, uscito per Gro dischi/Ird, è il frutto di un’operazione complessa e rispettosa: nessuna manipolazione della voce originale, solo un restauro tecnico che ne preserva la purezza. Attorno alla cantautrice aversana si è stretto un vero “arcipelago” di artisti e produttori – da Fausto Mesolella a Bungaro, da Cristina Donà a Ferruccio Spinetti – che hanno vestito le sue canzoni con arrangiamenti sobri e contemporanei, senza soffocarne l’essenza.

Il risultato è un equilibrio raro: la freschezza di un talento acerbo, ma già consapevole, incontra la maturità di musicisti che ne comprendono la fragilità e la forza.

Brani come “Clessidra”, già uscito come singolo, raccontano l’intensità di un addio sospeso nel tempo, mentre le bellissime “Anima Scalza” e “Respira Piano” rivelano una scrittura poetica, essenziale, mai retorica.

Un capitolo a parte va aperto per "Cantico dei matti": tra le canzoni di Bianca questa è – se non la più importante – di certo la decisiva, quella capace di aprirle anche le porte della BMG. Il brano viene scritto nel 2000 ad Aversa, che, vista la presenza anche ingombrante del Manicomio criminale, la ex Real Casa de’ Matti, deve essere stata una fonte di ispirazione notevole per la giovane cantautrice.

L’incontro con Claudio Misculin dell’Accademia della Follia di Trieste la spinge ad un periodo di volontariato presso questa struttura. Qui Bianca insegna a cantare e a fare teatro ai carcerati, oltre che ai bambini down e naturalmente ai malati psichiatrici. Una storia meravigliosa e commovente.

C’è qualcosa di cristallino in queste canzoni: immagini che attraversano paesaggi e sentimenti con una delicatezza che oggi suona ancora attuale. Non è nostalgia, ma presenza viva.

''Ensemble per Bianca d’Aponte'' non è solo un disco: è un ponte tra passato e futuro, un invito ad ascoltare ciò che il tempo non ha potuto cancellare.

Per chi ama la canzone d’autore, è un dono prezioso; per chi non conosce Bianca, è la scoperta di una voce che, pur ferma nel tempo, continua a camminare. (Andrea Rossi)