ATOM LUX "Voidgaze dopamine salad"
(2025 )
Ladies & gentlemen, ecco a voi ''Voidgaze Dopamine Salad'', il sorprendente debutto discografico di Atom Lux, al secolo Lucio Filizola.
Già dal primo ascolto si viene scaraventati nel laboratorio di un alchimista sonoro che assembla psych-rock, alternative, garage e lampi prog, come se fossero reagenti instabili in un esperimento fuori controllo.
Ogni brano sembra esplodere in mano, rilasciando colori ipersaturi, visioni surreali e una pulsione rock.
È un disco che non chiede permesso ma entra, ribalta il tavolo e ti “obbliga” a guardare nel vuoto, attraverso i dieci brani che sono un turbinio di visioni: scimmie scomposte, serpenti, frattali che si attorcigliano su loro stessi, conigli fuori di testa e singolarità cosmiche con manie omicide.
Non è un concept album, eppure ''Voidgaze Dopamine Salad'' si pone come un mosaico visionario, e forse proprio per questo colpisce più forte, come un’allucinazione che ti coglie mentre pensi di essere perfettamente lucido.
''Pointless Madness'' è il singolo d’esordio. Un’esplosione nata in un pomeriggio di home studio dove, con distorsioni vibranti, synth acidi, cori compressi e un groove che sembra voler far saltare il pavimento, Mr. Kite trascina l’ascoltatore in un viaggio surreale, tra routine da distruggere e fiumi di lava che scorrono nel giardino di casa.
''Mandelbrot! Mandelbrot!'' ci racconta di un vagabondo bidimensionale smarrito nel frattale più famoso del mondo con un post-grunge, voci megafoniche e una spinta costante verso l’assurdo. A mio avviso la traccia più fisica dell’album.
Con ''J.I.B.B.E.R.I.S.H'' Atom Lux omaggia i Beatles. L’acronimo del titolo è la chiave di lettura dell’intero pezzo, un invito ad abbandonarsi all’assurdo, a godere dell’illogico, a lasciarsi prendere per mano da un brano che non vuole spiegare nulla ma solo far fluttuare l’ascoltatore in un universo parallelo, dove l’omaggio ai Fab Four si trasforma in un’allucinazione.
Atom Lux non si limita a giocare con i riferimenti ma li scompone, li distorce, li rimonta in un caleidoscopio sonoro che sembra agitato da una mano febbrile. In ''J.I.B.B.E.R.I.S.H.'' si ascoltano ritmiche elastiche, chitarre tra il garage e la psych-pop. I synth sembrano usciti da un cartone animato cosmico, e una voce filtrata che gioca a essere tutto e il contrario di tutto.
''Black Mirror'' è una delle tracce che mi ha colpito di più e sicuramente una delle più narrative. Questo brano si mostra come un monolite distopico che mostra la faccia più seria e amara del multiverso delirante di ''Voidgaze Dopamine Salad''.
Le voci, saturate di delay fino a sembrare eco di un’umanità allo sbando, guidano un crescendo inquieto in cui le chitarre si sporcano centimetro dopo centimetro, come se raccogliessero detriti radioattivi a ogni pennata.
La ritmica pulsa come un cuore agitato, mentre i synth si muovono come presenze tossiche, un vento caldo che attraversa rottami e città ormai svuotate.
E allora, se state cercando un’esperienza sonora che vi prenda per mano e vi sbatta tra universi psichedelici, Atom Lux ve l’ha servita su un piatto d’argento. Un debutto che scuote, sorprende e conquista: impossibile ascoltarlo senza restare ipnotizzati.
Voto: 9/10, da ascoltare subito e ad alto volume! (Tatiana Lucarini)