ASMA "Asma"
(2025 )
Chiamarsi come un malanno, gli ultimi che ricordo in Italia con quest'idea erano gli Aneurysm...
Stavolta arrivano gli Asma a farci tossire in compagnia. Una band post punk dai testi scorrettissimi e dall'approccio che passa dal lamento urlato dei CCCP alla violenza gratuita e stupida degli Skiantos di “Calpesta il paralitico”.
Uscito per Dischi Soviet Studio, l'album “Asma” si apre subito col cazzeggio di una canzone come “S'incazza” degli 883, più estremizzata. “Dura madre” raccoglie le tipiche frasi delle mamme stremate. “Ma perché cazzo non spegni la luce, non sai quanto costa?”. La canzone è un rapido rock'n'roll, ma a un certo punto si fa sincopata come certi brani dei Litfiba, perché così il cantante può urlare: “Uà! Come Piero Pelùah!”
Questo ci fa capire che gli Asma non si prendono sul serio. Per questo cantano di comportamenti che sarebbero inaccettabili se non si capisse il tono della band, come nelle due canzoni bulle e dispettose “Ti rompo gli occhiali” e “Ti butto la droga in casa e poi chiamo la polizia”, due pezzi pieni di idiozia manesca: “Ti do un pugno in faccia, ti seguirò il giorno e la notte per spaccarti gli occhiali (…) ti rubo i vestiti e poi la merenda, le scarpe il cappello, lo zaino e l'ombrello poi ti spacco gli occhiali”.
Chiaramente sono giovani, perché l'ambientazione spesso è scolastica: “Ti tiro giù i pantaloni davanti a tutti in palestra”. La cifra è quella dei bastardi: “Ti appicco fuoco nel giardino con i rifiuti del vicino e poi chiamo la polizia, oh mamma mia la polizia”.
Tale uomo, tale fidanzata. “La mia morosa mi picchia” prosegue la carrellata di personaggi violenti: “La mia morosa mi picchia quando siamo soli, lei prende la scopa e mi picchia, mi lancia addosso le scarpe, poi prende la scopa e mi picchia”.
Arrivano poi gli scalmanati della terza età con “Anziani sparano”: “Se ti rivedo vicino al mio giardino, col tuo cane che piscia sui miei fiori, prendo il fucile, aria compressa, metto i piombini e v'impallino tutti e due!”.
Nei testi sono sparsi anche commenti metamusicali, che deridono le ipotetiche recensioni, tipo questa mia, ripetendo le frasi iperboliche che tendiamo a usare: “Suono granitico crepuscolare (…) disco catartico fondamentale, album lisergico, sound primordiale”.
Oppure, in “God didn't save the queen” c'è umorismo caustico verso certe strofe della canzone italiana anni '60: “E nel mio cuore ci sei solo tu, nei miei pensieri ci sei solo tu, sulle mie braccia ci sei solo tu, sulla mia faccia ci sei solo tu, perché ti ho fatta a pezzi in camera con la motosega!”. La voce anticipa il commento del presunto recensore: “Che canzone horror, certamente è heavy metal”. Beh, sarebbe parecchio scarso, a definire heavy metal questo! Forse gli Atroci sì...
Nella stessa canzone c'è un altro commento esilarante al sound: “Senti che potenza, sembra quasi i Metallica!” E l'ultimo personaggio da odiare in scaletta è “Bidello infame” (“Lo bastono col suo mocio”). Ma tra bastonate e motoseghe, c'è anche una critica (sì, la solita) alla società in “Corri con l'asma”: “Guida veloce, lavora veloce, sempre incazzato alza la voce. Urla più forte, corri con l'asma, è la tirannia della pazzia, della velocità (…) Pressione alta, bronchite cronica”. Ma il pezzo corre così forte che per fortuna non lascia spazio a quel senso di retorica, più tipico dei cantautori.
“A.S.M.A.” ha tutte le strofe scritte come acrostico del titolo: “Anche sballato mi annoio, affogo se manca l'aria, anche se medito affondo, ansia sociale mi ammazza”. Musicalmente questa è la ballatona in 6/8 del disco, con chitarra pulita.
“We had fun at Cernunnos Festival” non l'ho capita ma mi ha fatto ridere ugualmente. Leggo che il Cernunnos è un festival di metal pagano in Francia, e loro cantano: “Volevo fare l'headbanging come Jim Carrey in Ace Ventura, ma c'era solo Michael Jackson!”
Il disco è chiuso con due pezzi abbastanza seri, seppur sempre urlati: “Mattia” e “Zero euforia”. La prima mette in scena l'angoscia odierna per chi ha ancora sogni di rock'n'roll: “Confondere un hobby per un lavoro, stare in ansia per il futuro. Mattia, testa contro il muro, Mattia, forza tieni duro, Mattia crisi di panico”. Anche qui c'è un commento metamusicale, un po' acido, di un ipotetico fonico detrattore della band: “La batteria suona di merda, ma per quello che fate va bene!”
“Zero euforia” invece grida un concetto che si dovrebbe davvero divulgare contro la “social distorsion”, come dicono gli Asma: “Insegnerei in tutte le scuole che la socialità per forza non è obbligatoria”. Abbattere la FOMO per abbracciare la JOMO.
Ma anche in questo caso, gli Asma finiscono il pezzo con uno scherzo: la canzone termina con una folla oceanica in visibilio, come fossero i Metallica a Mosca nel '91. Ovviamente gliela auguro, ma forse al momento è ancora improbabile... a meno che non fossero al Cernunnos Festival!
Insomma, se volete divertirvi a volume sparato, prendete un respiro profondo, sparatevi l'inalatore e poi ascoltate gli Asma! (Gilberto Ongaro)