THE JOHN-PAULS "Eep eep"
(2025 )
Dal lontano Texas, tornano a far brillare la loro luce i John-Pauls, quintetto di Austin con già alle spalle due album ed un e.p.
Il nuovo mini-album “Eep Eep” non tradisce le attese, poiché ogni volta è un'esperienza di ascolto massiccia, concentrata ed appagante, che lascia intuire l'illimitato potenziale creativo di una band molto, molto interessante, che si esprime con linguaggio di post-indie-rock e wave, tramite i circa 20 minuti che caratterizzano i sette brani in scaletta.
Si comincia da “Florescent brown”, tratteggiata da un narrato sulla falsariga di Lou Reed ma ben assestato e godibile, mentre in “Hold me tight”, emerge la female-voice di Mikilla John Paul, distesa su un tappeto minimale di chitarra e ritmica asciutta e lineare.
La band irradia distopica energia punk-wave nel parto trigemino di “Eep Eep”, “Eep Eep Eep” ed “Eep Eep Eep Eep”, che non brilla di certo per fantasia nei titoli ma offre, di contro, un trip ipnotico e surreale.
Ben vengano, quindi, anche episodi cosi destabilizzanti, ma l’importante è non snaturare l’indubbio talento della formazione americana, riscontrabile ancora nel sognante duetto di “Islands in a Ditch”, che fornisce la sensazione di un dolce colloquio tra amici malinconici, come se Dolly Parton e Lou Reed si scambiassero confidenze intime davanti ad un camino domestico...
Invece, la matrice indie-wave di “Ugly Feeling” si eleva una spanna sopra a tutti, per l’alta concentrazione emotiva che sa emanare la voce cavernosa di Phillip John Paul.
Forse un po' sottovalutata, la band The John-Pauls avrà modo nel tempo di sciogliere le riserve dei dubbiosi, in quanto la loro avventura nel pentagramma sarà costante, duratura, ed il semi-anonimato resterà un semplice ricordo. (Max Casali)