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NYLON  "Discretamente a pezzi"
   (2025 )

Il nuovo album “Discretamente a pezzi” dei NYLON mi fa immaginare un viaggio in treno attraverso dodici stazioni. Questo gruppo è una delle realtà più originali, autentiche e visionarie della nuova canzone d’autore italiana.

A guidare il treno è Michela Alesi, una paper artist che ha interpretato ogni brano attraverso un collage analogico di immagini.

Parto e raggiungo la prima fermata: “Canzone senza titolo”. Qui mi appaiono “un uomo ed una donna che si incontrano in un locale. Dopo una sigaretta e due passi insieme la passione improvvisamente divampa. L’uomo, però, quando sta per andar via, non ricorda nemmeno il nome della donna”. Il ritmo sorregge molto bene il testo e porta con sé echi di uno dei brani della colonna sonora del musical Jesus Christ Superstar.

La stazione successiva si chiama “Alice”. “Lei è una ragazza che abita all’ultimo piano di un palazzo situato in zona ferrovia”. Infatti, guardando fuori dal treno, riesco a vederla nella sua abitazione dalla quale mi invita a seguirla nel suo bosco dei sogni. La seguo e con lei incontro “caricature con fattezze umane: un omone chiamato il tricheco, un carpentiere, un uomo dal cappello strano, un gatto tigrato ed una regina con il suo mazzo di carte di soldati al seguito”. E’ un tre quarti sognante e fantastico che trasporta l’ascoltatore per qualche minuto fuori da tutti i problemi quotidiani catapultandolo in un paese delle meraviglie.

Il terzo stop è nella stazione “Alleluja”. Noto subito una serie di prelati che “fanno sermoni giulivi, ma che hanno un particolare vizietto. L’amore, si sa, non ha età o forse non ha l’età e, in barba alla coerenza cristiana, allungano le loro mani là dove non dovrebbero”. Mentre il treno riparte, istintivamente abbasso il finestrino e grido, ricordando a quei monsignori con il vizietto che ''Sarebbe meglio per loro che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fossero gettati nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli'', dal Vangelo secondo Luca 17: 1-2. La parte musicale è caratterizzata da un rock incisivo che accompagna perfettamente la parte letteraria.

La nuova stazione dal nome “Isadora” mi dà il benvenuto. La voce di Beatrice Campisi, duettando con Filippo Milani, ricama una dolce e toccante melodia sulla musica andante e malinconica. “Isadora ha un sogno: vuole essere la prima ad esibirsi scalza sul palco dell’Operà di Parigi”. Quando mi vede, mi saluta, ma il treno riparte. Riuscirà a realizzare il suo sogno?

Il treno continua in perfetto orario la sua corsa e poco dopo raggiunge una stazione denominata “Mare scuro”. Immediatamente un uomo comincia a raccontare “di un desiderio ereditato dal padre e di una nave nel mare scuro con la prua già rivolta dritta verso il suo futuro”. L’introduzione è eseguita al violoncello da Adriano Cancro. Due note in successione a distanza di un semitono creano l’atmosfera perfetta e permettono di entrare in vibrazione con la musica di questa intensa canzone.

Proseguo il viaggio ed arrivo in una nuova stazione. Solo a leggere il nome mi si gela il sangue: “Il mostro”. Di lì a poco vedo nell’ombra una figura ossessionata da un desiderio malato. Non è un uomo, bensì “un mostro, il quale, quando va alla ricerca della serenità, diventa ancor più mostruoso. Il respiro affannoso e la bramosia deviata lo conducono a sferrare l’assalto verso la sua povera preda e vittima indifesa”. Colpisce il forte contrasto fra il testo e la musica da ballata.

Un po' angosciato riparto e raggiungo la fermata successiva che si chiama “Casa mia”. Percepisco immediatamente il lato più intimo e riflessivo dei NYLON. Sono sorpreso da una musica fraternamente avvolgente, ascolto le loro parole che dicono della voglia di cambiare vita, di partire, di andare a vivere in un altro posto, “ma il sole è sempre uguale ovunque vai e in fondo non si sta poi così male a casa mia”.

L’arrivo alla stazione successiva chiamata “Rudy Tremolo” è un tripudio di allegria al suono di un ritmo country coinvolgente. Si narra di un genio napoletano decadente e tragicomico detto Rudy Tremolo. Risalta l’assolo breve, ma ben costruito, del chitarrista Davide Montenovi, realizzato anche con l’ausilio del collo di bottiglia.

Manca poco alla fine di questo percorso affascinante. Alla successiva fermata dal nome “Il viaggio” vengo a conoscenza di un viaggio intrapreso da un uomo verso Santiago il quale, però, prima sosta a Barcellona divertendosi con “whisky e soda insieme a nacchere e scialli svolazzanti”. Finalmente giunge a Santiago da dove, però, ripartirà. Chissà quale sarà la destinazione successiva!”. La parte musicale sembra trasportare in scenari d’avventura fantastici con grande merito di tutti i membri della band.

Dopo un po' arrivo alla stazione “Ho vinto”. La musica che ascolto mi riporta alla mente il cantautore psichedelico Dario Antonetti della provincia di Lecco con i suoi album “L’estetica del cane” ed “Il rigore esistenziale”. Un brano emozionante con i cori che colorano in modo brillante tutto la partitura.

Penultima fermata è “Circo malinconico”. Odo una musica da circo che mi invita ad assistere ad un grande spettacolo: “giocolieri, clown e trampolieri si esibiscono mentre la banda, che è ormai leggenda, accompagna l’esibizione circense con il battito cadenzato della grancassa. La vita dell’artista da circo è una vita dura che spesso consente solamente di sopravvivere con estrema dignità”. Mentre il treno riparte mi sbraccio per salutare tutti gli artisti del circo. Questo incontro è stato un toccasana per il mio spirito. Grazie NYLON!

Giungo con grande entusiasmo all’ultima fermata: “Wild West Rudy”. Qui, con mia grande sorpresa, ritrovo Rudy Tremolo, ma in un contesto diverso. “In un saloon nel vecchio West, in traversa Ettore Annunziata, Rudy prosegue le sue originali imprese con l’aiuto della sua voce neomelodica, mentre ragazze di ogni classe ed età se lo contendono” (un po' come il Don Giovanni mozartiano). Il suono del pianoforte, in pieno stile da saloon, vivacizza dall’inizio alla fine quest’ultimo brano proiettandomi nel selvaggio West.

Tra i musicisti compaiono diversi altri ospiti fra i quali Riccardo Maccabruni (piano, fisarmonica e voce), Niccolò Torciani, Luigi Scuri, Giacomo Lampugnani, Nicolò Fiori, Roberto Re e Gianmarco Andreoli. La produzione dell’album - curata da Lorenzo “Lotus” Catinella, registrato, mixato e masterizzato presso Europa Studio (Pogliano Milanese) – è il risultato di oltre un anno di lavoro. Da segnalare il videoclip del brano “Alleluja”, firmato da Lu Magaro e da Gabriele Zanoncelli, che ha anticipato l’uscita di questo album a cavallo tra rock d’autore e folk, tra flamenco e manouche fino ad arrivare a contaminazioni barocche e teatrali.

Ammirevole la propensione dei NYLON verso un’arte sincera e ibrida, lontana dai circuiti commerciali. La vera arte non può e non deve scaturire o dipendere da calcoli economici di qualsiasi tipo. E’ l’Universo ad ispirare la vera arte e questa deve ritornare ad esso in sintonia con l’altruismo disinteressato. Complimenti ai NYLON! (Lorenzo Tarantino)