STEFANO MARIA RICATTI "Errantes"
(2025 )
Ci sono dischi che non si ascoltano soltanto: si attraversano.
''Errantes'' è uno di questi. È una strada che si apre tra silenzi e risonanze, dove ogni nota sembra portare con sé il vento di terre lontane e il profumo di memorie antiche.
La chitarra di Ricatti non parla: racconta. Racconta di passi erranti, di orizzonti che sfumano nel crepuscolo, di incontri che restano sospesi come foglie nell’aria.
Attorno a lei, il basso e la batteria non sono semplici compagni: sono il respiro del viaggio, il battito che scandisce il tempo di chi cerca senza mai fermarsi.
Ogni brano è una tappa: ''Errantes'', la partenza inquieta; ''Foglie di tè'', il rifugio intimo; ''Un’altra notte'', il corridoio di ombre e luci che ci conduce verso l’ignoto.
Poi arrivano le meditazioni, le memorie, le ombre più scure di ''Tatì'' e di ''Baranera'', come se il cammino si facesse più profondo, più vero.
Non c’è virtuosismo ostentato, ma una delicatezza che sa diventare forza. Non c’è confine di genere, ma un linguaggio che appartiene a chi ama la libertà del suono e la poesia del tempo.
''Errantes'' non è solo un disco: è un invito. A perdersi, a cercare, a lasciarsi guidare dalle note come da stelle in una notte senza mappe. (Andrea Rossi)